L’Inter si è ritrovata? A volte basta poco. Pochissimo, se indossi una maglia a strisce verticali nere e azzurre. Basta una notte. Una notte magica, come quella di Tim Cup a San Siro. Una notte perfetta, o quasi. L’Inter sembra essersi ritrovata. E sembra esser bastata una notte. Come una notte, prima della sosta natalizia, contro la Lazio, era bastata a demolire tutte le certezze di Mancini e i suoi.
Dopo la cocente sconfitta maturata nella partita di andata allo Juventus Stadium, a San Siro è andata in scena un’opera inedita. L’Inter ha saputo finalmente risorgere dalla proprie ceneri, offrendo ai propri tifosi una prova di orgoglio e di carattere. Una prova che il popolo nerazzurro invocava da tempo.
L’attesa è stata lunga. Lunga come la crisi dell’Inter. Da dicembre ad oggi, tanto è cambiato. I nerazzurri hanno perso certezze, partite, punti e posizioni in classifica. All’epifania erano primi in classifica; ora vedono lontano anche il terzo posto. La prova d’orgoglio ci voleva ed è arrivata.
In una notte, l’Inter ha ritrovato gioco e brillantezza. Ma perché solo ora? Addentrarsi nelle dinamiche e nelle psicologie dello spogliatoio di una squadra di calcio, equivale spesso a varcare il confine di un campo minato, anche per i più esperti. Pochi giorni prima, Mancini ed i suoi erano stati strigliati, pubblicamente, dal vicepresidente Zanetti e dal ds Ausilio nelle dichiarazioni del post Juve-Inter di campionato. Il ritiro prima di Inter-Sampdoria sembrava infatti non aver prodotto gli esiti sperati, nonostante la vittoria.
La società nerazzurra si aspetta di più dai propri giocatori. E da questi ci si attendeva una risposta. Ad Appiano Gentile, nella giornata di martedì, come svelato da La Gazzetta dello Sport, è maturata la prestazione contro la Juve: dieci minuti di dialogo tra i giocatori; seicento secondi per spronarsi a vicenda.
L’esito del confronto, sotto gli occhi di tutti. Un ambiente ricompattato e nuovamente fiducioso. Tra la società e la squadra, legame rinsaldato dai complimenti dell’ad Bolingbroke che ha atteso i giocatori all’ingresso degli spogliatoi dopo i calci di rigore contro la Juventus.
San Siro, per una notte, è tornata ad essere la casa dell’Inter. Domenica arriverà il Palermo. Per Mancini e i suoi, è vietato deludere le aspettative. Dalla partita con la Juve si può ripartire. La corsa al terzo posto è e sarà avvincente: chi si ferma è perduto. I nerazzurri sono stati più volte avvisati. Ora occorre riprendere quota.
Mancini ritrova Brozovic, fra i protagonisti della sfida di Tim Cup, e rilancia Icardi nel tridente d’attacco con Perisic ed Eder. La Roma, che nell’anticipo ha travolto la Fiorentina, non fa paura: “Se vinciamo domani contro il Palermo, arriviamo a 5 punti dal terzo posto”, fa notare il tecnico jesino. “I giallorossi vanno forte, ma avranno molti scontri diretti”, aggiunge.
E sulla vittoria con la beffa dell’eliminazione contro la Juve: “Spero ci dia consapevolezza e tranquillità per le ultime partite”. Il feeling tra lui ed i giocatori non è mai mancato: “Sono le classiche cose all’italiana quando si perde”, ha detto. Sulla strigliata del ds Ausilio dopo Juve-Inter di sabato scorso: “Ha molta esperienza ed è molto amico dei giocatori. Alle volte sentire certe parole dai dirigenti può aiutare”. Notizia di giornata, l’assenza di Handanovic, causa influenza. Tra i pali, come in Coppa, andrà Carrizo.
Iachini, pronto a riabbracciare Sorrentino e Cristante, avvisa i suoi: “Dobbiamo ripetere la prestazione fatta all’andata”. La situazione a Palermo non è delle più semplici. Al tecnico il difficile compito di provare a riportare la serenità necessaria. Probabile maglia da titolare anche per Vazquez, al fianco di Gilardino, nonostante la diffida.
LE PROBABILI FORMAZIONI
INTER (4-2-3-1): Carrizo; Nagatomo, Miranda, Murillo, D’Ambrosio; Kondogbia, Medel; Palacio, Ljajic, Perisic; Icardi.
Allenatore: Mancini.
PALERMO (3-5-2): Sorrentino; Vitiello, Gonzalez, Andelkovic; Rispoli, Hiljemark, Maresca, Chochev, Pezzella; Vazquez, Gilardino.
Allenatore: Iachini.