Nel Pd il livello dello scontro tra minoranza democrat e renziani non accenna a diminuire. Il giovane turco Matteo Orfini attacca il suo, ormai, ex mentore. “Voglio molto bene a D’Alema e mi ha insegnato tanto, ma fatico a condividere le sue posizioni. I problemi che stiamo affrontando sono quelli che i governi di centro-sinistra non hanno saputo risolvere e che in alcuni casi hanno prodotto, come la precarietà. Le critiche sono sempre stimolanti, ma tutti i protagonisti di quelle esperienze prima di alzare il ditino potrebbero spendere una parola di autocritica” afferma il presidente Pd in un’intervista a Qn. Quella sulla scissione è “una discussione che non deve esistere. I toni usati in queste ore sono eccessivi”, dice Orfini. “La legge elettorale è stata riscritta accogliendo l’80% delle richieste mie, di Bersani e Cuperlo. Non è ragionevole mettere in discussione l’unità del partito perchè il 20% delle proprie proposte non è stato accolto. Io, come tutti i parlamentari del Pd, su richiesta di Bersani, ho firmato al momento della candidatura l’impegno a discutere nei gruppi ma votare come deciso dalla maggioranza in Aula. Bersani ha chiesto a noi di firmare, ma ha dimenticato di farlo lui”.
Pd, Bersani: “Nessuna scissione”
E Bersani che dice? L’ex segretario del Pd, in un’intervista al Messaggero Veneto, prova a stemperare gli animi, indicando Debora Serracchiani come possibile mediatrice tra le diverse anime del Pd. Di certo, afferma Bersani, non ci sarà alcuna scissione: “Il Pd è il mio partito – ribadisce – è casa mia. Ma quando si parla di grandi partiti bisogna mettere in preventivo sensibilità diverse», e il compito del segretario «dovrebbe essere quello di fare sintesi”.