Costa d’Avorio: la storia scritta dai vincitori
La giustizia dei vincitori nella storia è sempre stata durissima. La sentenza contro l’ex première dame della Costa d’Avorio Simone Gbabo lo ha confermato.
Il processo
in un processo che si è svolto ad Abidjan è stata condannata a ben venti anni di prigione e alla privazione dei diritti civili. Una sentenza sorprendente perché durante tutto il processo Simone Gbabo si è difesa egregiamente, smontando con abilità prove ed accuse, ma soprattutto perché il procuratore generale aveva chiesto una pena di soli dieci anni.
La giustizia dei vincitori non fa sconti, anzi! Con le sentenze politiche del resto si scrive la storia. E’ andata sempre così e la Costa d’Avorio non fa eccezione. Non vorrei essere frainteso. Non sto affatto dicendo che Simone Gbabo andasse assolta. Anzi, personalmente credo che abbia una grande responsabilità nel periodo nero della Costa D’Avorio: ha istigato, ha trafficato, ha resistito aggrappata al potere anche al di là di ogni ragionevole certezza di riuscire a mantenerlo. Ma credo che in questa condanna esemplare, che va oltre le aspettative, pesino ben altre considerazioni piuttosto che la giustizia.
La giustizia dei vincitori
In primo luogo il fatto che con venti anni di reclusione si elimina la possibilità che Simone Gbabo possa diventare una sorta di simbolo per l’opposizione che, prima del 2011, sosteneva Gbabo e che oggi cerca un simbolo da candidare alle prossime elezioni nelle quali Quattara è favorito grazie, ancora una volta, all’appoggio dell’ex nemico Bediè. In secondo luogo La Costa D’Avorio non voleva rischiare di essere da meno della Corte dell’Aja dove è giudicato Laurent Gbabo.
In terzo luogo condannare Simone a venti anni significa riconoscerle una colpa gravissima, totale. Ecco, allora, che così si scrive la storia. E i vincitori si auto assolvono dato che la colpa è tutta dei nemici. I vincitori, la storia, non rinunciano mai a scriverla a modo loro, con enfasi e con esagerazione. Chi studia la storia e chi segue la politica deve sempre tenerlo presente.