Ucraina: mezza Europa vende armi a Kiev
Una tregua dietro l’altra, continua a preoccupare la situazione in Ucraina: Poroschenko ha ammesso che mezza Europa venderà armi a Kiev.
Gli accordi
Il Presidente ucraino ha detto che nel Donbas non si registrano vittime da 3 giorni: un segnale di “progressiva de-escalation” del conflitto nelle aree orientali del paese ha poi commentato. La tregua in Ucraina, dunque, sembra reggere: soprattutto in virtù del diktat del Fondo Monetario Internazionale (FMI) che ha vincolato l’erogazione di un prestito di 17,5 miliardi di dollari alla fine delle ostilità.
Tuttavia, se Kiev si sentirà nuovamente minacciata, potrà rispondere con forza grazie a nuove forniture di armamenti. A riferirlo è stato sempre il Presidente della Repubblica Petro Poroschenko che, in un’intervista al canale televisivo 1+1, ha detto: “11 paesi membri dell’Ue venderanno armi, anche letali, all’Ucraina“. Poroschenko, però, oltre a non fornire ulteriori dettagli in merito all’accordo o alla tipologia di armi, non ha indicato quali siano i paesi in questione.
Appesi a un filo
Solo l’intervento del FMI al momento può tenere a galla l’Ucraina. Ieri sono stati erogati i primi 5 miliardi di dollari dei 17,5 totali, adesso al governo di Kiev tocca varare delle riforme che soddisfino l’importante finanziatore. “Stiamo lottando per il nostro futuro, senza riforme non avremo un futuro” ha detto il premier Arseniy Yatseniuk nella giornata di mercoledì.
Il compito più urgente è la ricostruzione del settore energetico. La Naftogaz, compagnia di stato, al momento ha un deficit di 4 miliardi di euro, il 6% del prodotto interno lordo del paese. I prezzi del gas, tenuti a lungo molto al di sotto di quelli della concorrenza, dovranno essere triplicati. Probabilmente, la stessa Naftogaz, sarà scorporata e venduta a privati.
Il governo di Kiev ha inoltre assicurato al Fondo Monetario una drastica diminuzione degli impiegati nel settore pubblico oltre all’aumento graduale dell’età pensionabile per le donne. L’ex ministro dell’Economia ucraino Pavlo Sheremeta, intervistato dal The Moscow Times, ha detto: “la situazione non può essere recuperata con un piano di salvataggio, non basterà l’austerity. L’Ucraina ha bisogno di investimenti, tantissimi investimenti. Ormai anche gli investitori locali sono molto cauti di questi tempi”.