Quattro anni fa cominciava la guerra in Siria: oltre 200mila le vittime da allora. In pochi si ricordano che tutto cominciò con dei graffiti.
L’inizio delle rivolte
Era il 6 marzo 2011 quando a Dar’a, città a maggioranza sunnita nel sud della Siria, un gruppo di ragazzi scrisse sui muri di una scuola “è il tuo turno, dottore” riferendosi al presidente Bashar al Assad, laureato in oftalmologia. Il giorno dopo quella scuola era piena dei poliziotti: dieci ragazzi vennero arrestati.
Alle famiglie venne assicurato che dopo poche ore sarebbero stati rilasciati: le cose andarono diversamente, di loro non si seppe più nulla. La notizia trapelò nonostante i tentativi di censura. Sin da metà gennaio la televisione mostrava le immagini delle proteste in Tunisia e in Egitto: la rabbia per la sorte dei ragazzi arrestati si intrecciò con le istanze di riforma politica.
Il 15 marzo migliaia di persone scesero in piazza, contro il governo, a Damasco, ad Aleppo, nella stessa Dar’a: molte manifestazioni furono tranquille ma ci furono anche i primi scontri e la dura repressione delle forze di sicurezza. Il 18 marzo l’intero paese protestava, dopo una settimana di tregua, il 25 marzo, ci furono i primi morti. Alla fine di aprile era cominciata la “guerra civile”.
Il pantano siriano
Dopo 4 anni la situazione in Siria sembra essere bloccata. Le forze lealiste, anche grazie all’alleanza con Iran ed Hezbollah, hanno riportato importanti vittorie: controllano in particolare le aree costiere (dove è concentrato il 60% della popolazione).
L’opposizione “moderata” rappresentata dall’Esercito Libero Siriano, gode dell’appoggio internazionale e dei rifornimenti di Qatar e Arabia Saudita, rimane salda solo in una piccola parte del paese intorno ad Aleppo e a Dar’a. L’Isis, invece, controlla più di un terzo del paese e ha stabilito la sua capitale a Raqqa. In quest’area sono concentrate la maggioranza delle risorse petrolifere siriane.
Dallo scorso settembre una coalizione internazionale ha cominciato ad attaccare l’Isis in diverse parti della Siria con dei raid aerei; senza truppe a terra, però, sta diventando sempre più difficile identificare i bersagli. Domenica 15 marzo, 4 anni dopo l’inizio delle ostilità, il Segretario di Stato Usa John Kerry ha annunciato che gli Stati Uniti intendono trattare con Assad per porre fine alla guerra.