Primo Maggio, festa dei lavoratori, con sapore agrodolce con i dati della disoccupazione in costante aumento.
Il premier Renzi scrive al quotidiano Europa alcune considerazioni sul Primo Maggio chiedendo alle parti sociali ottimismo.”Muoviamoci, muoviamoci come istituzioni, come comunità, come nazione”, scrive il premier.
“Da troppi anni ormai il tema del lavoro viene declinato come il tema del non-lavoro. Nelle case, in famiglia, con gli amici si parla di disoccupazione, non di lavoro, e la verità è che ci siamo un po’ tutti abituati a questo. Ci siamo assuefatti. Diamo per scontato che ormai è così, che non c’è niente da fare. Che in Europa, in Italia per forza ci debba essere meno lavoro e che ai giovani non resti fare altro che prendersi un bel biglietto aereo di sola andata e cercare fortuna altrove”.
Il “Il messaggio” principale che la Cgil lancia dalla manifestazione del Primo maggio “è quello che bisogna avere il coraggio di passare ad una stagione vera di investimenti per il lavoro”. La leader della Cgil Susanna Camusso lo dice sottolineando che “chiedere più lavoro vuol dire che le risorse devono essere investite per questo obiettivo. Invece continuiamo a sentir parlare di tagli e non di investimenti per creare occupazione”. Dal corteo del Primo Maggio Camusso dichiara: “Il governo non pensi che si possa continuare, come è stato fatto in questi anni, con una politica che scarica i costi sui lavoratori e sui pensionati, che non ha creato posti di lavoro e che continua a impoverire il Paese”.
Primo Maggio, Ministro Guidi “Imprenditori sono lavoratori” – Il ministro dello sviluppo economico Federica Guidi parla di “nuova filosofia”. Guidi: “Questo primo maggio ci trova tutti nella stessa barca, imprenditori e lavoratori. Anzi, mai come oggi un imprenditore è un lavoratore. L’imprenditore vive di produzioni, quindi del lavoro dei propri dipendenti”. Il ministro aggiunge: “Stiamo vivendo una crisi occupazionale drammatica. Personalmente la considero una tragedia. Credo che per gli imprenditori sia un dovere morale fare di tutto per tenere il più possibile le produzioni in Italia. E come governo noi dobbiamo creare le condizioni per cui questo avvenga”.
Napolitano: “Quest’anno nome 1 maggio è allarme lavoro” – “Se volessimo dare un nome alla celebrazione di questo primo maggio, dovremmo forse dire allarme lavoro” ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che poi ha aggiunto “serve il massimo di reazione in termini di riforme e di politiche pubbliche, di impegno delle imprese e delle organizzazioni sociali”. E ancora “sul tema del lavoro il confronto è fisiologico e il dissenso pienamente libero di esprimersi: ma le scelte conclusive non possono tardare a lungo”. “I sindacati – ha concluso poi il capo dello Stato – hanno un ruolo essenziale ma oggi, nel momento di crisi, sono chiamati a concorrere alla ricerca di soluzioni solidaristiche e innovative coraggiose e determinate”.