Berlusconi e il puzzle Veneto. Tosi corre da solo?
Berlusconi è stretto in una morsa di ferro. Più si avvicina l’election day di fine maggio e più diventano dirimenti le alleanze per conquistare almeno una delle sette regioni che andranno al voto. L’interesse dell’ex Cavaliere è tutto incentrato su Veneto e Campania, attualmente governate da giunte di centro-destra. Le altre cinque sono considerate perse in partenza e un 7 a 0 secco darebbe troppo potere al premier Renzi. In entrambi i casi, comunque, sia Luca Zaia che Stefano Caldoro cercheranno la riconferma. Ma questo dipenderà solo e soltanto dalle alleanze. Forza Italia in questo momento rappresenta il baricentro di una coalizione moderata. Alla sua destra sta la Lega di Salvini (e Fratelli d’Italia) che, a suon di felpe e No Euro Day, vola nei sondaggi. Alla sua sinistra l’Ncd di Alfano, ispiratore di un “nuovo” polo centrista che in Italia, dopo la Dc, ha portato solo all’irrilevanza politica. In un sistema bipartitico Lega-Fi-Ncd formerebbero il centro-destra. Tutto il resto con il centro-sinistra.
Berlusconi e il puzzle Veneto. Tosi corre da solo?
Salvini e Alfano non sono mai andati molto d’accordo. Se è pur vero che la maggioranza che sosteneva il Berlusconi III– con Alfano Guardasigilli– era composta anche dal Carroccio, il nuovo corso di Salvini si è posto un unico obiettivo: attaccare il Ministro dell’Interno per la sua “vergognosa” gestione del dossier immigrazione. Mai con Alfano e Ncd, quindi. Primo veto. La contraddizione è macroscopica: dal 26 marzo 2013 Bobo Maroni in Lombardia governa grazie ad una coalizione di centrodestra che comprende anche gli alfaniani. Ma tant’è. Mai con Alfano, strepita Salvini, perché “è un oggetto da arredamento a casa Renzi, con qualche ministero di strapuntino”, “è il ministro più disastroso degli ultimi anni” e “farebbe di tutto per restare al potere. Farà la fine di Fini” . Perciò, almeno in Veneto dove Luca Zaia è il super favorito, Forza Italia dovrebbe correre con la Lega. Senza Ncd che potrebbe sostenere Flavio Tosi mettendo a serio rischio la riconferma del “governatore più amato d’Italia”. Ma, a quel punto, Alfano e il suo partitino ministeriale potrebbero anche rimettere in discussione l’alleanza con Fi ricostruita dopo l’elezione di Mattarella al Colle e decidere di non sostenere Caldoro in Campania. Altrimenti, non è del tutto impossibile un colpo di scena. Berlusconi, che nelle prossime ore incontrerà Salvini, mollerebbe Zaia in Veneto per sostenere Tosi (anche se quest’ultimo vorrebbe correre da solo supportato da liste civiche e non da partiti, fa sapere Patrizia Binisella, senatrice veneta e compagna del sindaco di Verona). E allora addio centro-destra: la Lega alle politiche nazionali correrebbe da sola e il peso politico della coppia Fi-Ncd sarebbe piuttosto esiguo. Un favore a Renzi, insomma.
La Campania aspetta il Veneto
Situazione Campania. Come abbiamo scritto sopra, tutto dipenderà dalle alleanze in Veneto. Nel caso in cui Ncd non sostenesse Caldoro, come ha fatto trapelare ieri Alfano in un’intervista a Repubblica, tutto tornerebbe in discussione. La Lega al sud ha un peso tutto da verificare e la lista “Noi con Salvini” non ha ancora espresso una posizione chiara sia in Campania che in Puglia. Perciò per Berlusconi è fondamentale che Ncd sostenga, soprattutto tramite il ras delle preferenze Nunzia de Girolamo, il figliol prodigo Caldoro. Se però Alfano decidesse per un suicida colpo di mano contro l’ex Cavaliere, Ncd potrebbe scegliere di correre con Vincenzo De Luca che non ha mai disdegnato berlusconiani, cosentiniani e vecchi dinosauri della prima repubblica. Così Forza Italia potrebbe perdere anche la Campania, ormai divenuto da qualche anno feudo berlusconiano.
Toti: “Salvini scelga”
Nel giorno in cui Salvini torna ad attaccare Renzi e Alfano perché “non dicono una parola sull’immigrazione”, le interviste si sprecano. Giovanni Toti, sul Corriere della Sera, invita Lega e Ncd a non porre “diktat” e minaccia: “se salta tutto per colpa dei capricci della Lega, a quel punto Forza Italia si sentirebbe libera di agire come meglio crede. E di valutare tutte le strade possibili, a cominciare dal Veneto”. Solo una dichiarazione di facciata per alzare la posta? Dopo il faccia a faccia ad Arcore tra Berlusconi e Salvini, se ne saprà certamente di più. Sul Messaggero l’ex presidente del Senato, Renato Schifani (Ap), sintetizza: “In queste elezioni regionali Silvio Berlusconi è chiamato a un bivio strategico: scegliere tra un centrodestra moderato in grado di recuperare i consensi, o appiattire Forza Italia in un’alleanza che lo vedrà succube della Lega”. E su Tosi? “Prima Forza Italia ci deve una risposta” conclude laconico. Nel primo pomeriggio, intanto, le agenzie battono una risposta al vetriolo di Fabrizio Cicchitto: “Con i suoi insulti agli avversari politici, Salvini rende impossibile non solo gli accordi, ma anche un normale dibattito politico. Altro che ricostituzione dell’unità del centrodestra!”. Ora Renzi, sull’en plein alle regionali, potrebbe pure farci un pensierino.
Giacomo Salvini