Sabelli (Anm): “Dai politici schiaffi ai magistrati e carezze ai corrotti”
Sono amare le dichiarazioni rilasciate ad “Uno mattina” da Rodolfo Sabelli, presidente dell’Anm, all’indomani dell’inchiesta sulla corruzione per Expo, Tav e grandi opere che ha coinvolto Ercole Incalza e che ha gettato il governo Renzi nel caos. Le parole di Sabelli riaprono la diatriba che vede contrapposta la politica e la magistratura, scontro che evidentemente in Italia non riesce ancora a trovare una vera tregua: “Dove ci sono molti soldi è chiaro che ci sia il rischio che qualcuno voglia approfittarne. Vale in Italia come in qualsiasi altra parte del mondo. È lo Stato che deve darsi da fare per evitare il rischio di corruzione. Uno Stato che si rispetti dovrebbe prendere a schiaffi, diciamo virtualmente, i corrotti e accarezzare coloro che svolgono il controllo della legalità, cioè i magistrati. Invece purtroppo in Italia è accaduto l’esatto contrario”.
Sabelli dunque individua precise responsabilità della politica in merito al proliferare del sistema corruttivo a partire dall’epoca di Tangentopoli: “Ricordo quando nel 1994, in piena Tangentopoli, ci si attendeva dal governo un intervento forte di contrasto alla corruzione invece fu approvato un decreto legge che vietava la custodia cautelare in carcere per coloro che erano imputati di corruzione. Così svariati indagati e imputati per corruzione furono scarcerati e andarono agli arresti domiciliari” sottolineando come successivamente si sia comunque proseguiti sulla stessa strada “Sono seguite altre carezze di questo tipo… Nel 2002 ad esempio ci fu la depenalizzazione di fatto del falso in bilancio e nel 2005 furono ridotti i termini di prescrizione. Chi semina vento, raccoglie tempesta…”.
La replica di Renzi a Sabelli
Matteo Renzi, intervistato in occasione dell’inaugurazione dell’Anno accademico 2015 della Scuola Superiore di Polizia, non accetta il duro affondo di Sabelli e replica piccato “Schiaffi a magistrati e carezze ai corrotti. È una frase falsa, ingiusta. Lo Stato non è quello che dà schiaffi a magistrati e carezze ai corrotti, si può contestare un singolo fatto ma sostenere questo avendo responsabilità istituzionali o a nome di categorie è triste” e nell’intervento all’inaugurazione afferma con un gioco di parole gli sforzi compiuti dal governo nel contrasto alla corruzione: “Questo governo intende combattere perché non si formi uno stato di polizia ma di pulizia in questo Paese”.
Ddl anticorruzione: la politica si spacca
Le varie forze politiche intanto prendono posizione in merito al controverso ddl Anticorruzione del governo Renzi.
Il presidente della commissione Giustizia alla Camera e deputata PD Donatella Ferranti difende la riforma e intervistata dalla Stampa ne sottolinea le novità: “Prendiamo la corruzione, che è il reato di riferimento: si passa da un massimo di 5 anni, prescrivibile in 7,5 anni, a un minimo di 6 anni e un massimo di 10, con tempi di prescrizione molto più lunghi. Il corruttore deve sapere che se non collabora per ottenere lo sconto di pena, già da solo il minimo della pena non gli permetterà la condizionale”.
Diametralmente opposta la visione di Nitto Palma, parlamentare FI e presidente della commissione Giustizia al Senato: “Per la corruzione si passa da un vecchio minimo di 1 anno a un nuovo minimo di 6 anni. Rendiamoci conto che per corruzioni minime, da 500 o 1000 euro, che purtroppo in Italia sono l’ordinario, scatteranno condanne pesantissime”.
Il grillino Michele Gianrusso, sempre intervistato dalla Stampa invece critica sia PD che il centrodestra: “Vedo un centrodestra che fa ostruzionismo totale. E un centrosinistra ancora troppo timido. Sarebbe fondamentale eliminare quell’abominio della concussione sdoppiata, che ha permesso l’assoluzione di Berlusconi e che sta aiutando tanti concussori a farla franca” spiegando il no dei cinque stelle alla riforma della prescrizione: ”Propongono un sistema troppo complicato, che darà solo problemi. La nostra idea era più semplice e più coraggiosa: sospensione dei conteggi della condizionale dopo la sentenza di primo grado; avrebbe evitato ogni tattica dilatoria”.
Corruzione, Relazione Ddl giovedì in Senato
Arriverà in Aula del Senato giovedì mattina con la sola relazione il ddl sulla corruzione, se concluso in commissione. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo a maggioranza. Mercoledì pomeriggio non sono previsti lavori di Aula per permettere alla commissione Giustizia di concludere l’esame del provvedimento.
Corruzione, Cgia: “Percezione Italia pari a Senegal e Swaziland”
La percezione del fenomeno della corruzione in Italia ha raggiunto nel 2014 un livello pari a Paesi come il Senegal e lo Swaziland, piccola monarchia del Sud Africa. Nell’area dell’euro, invece, il Belpaese non ha rivali: allineata alla Grecia, nessuna altra nazione presenta un indice di percezione della corruzione superiore a quello italiano. Lo afferma un’elaborazione della Cgia di Mestre su dati ‘Transparency International’, istituto che elabora un indice sulla corruzione in più di 170 paesi del mondo.