Caso Ruby, Biancofiore: “Quanta ipocrisia, tutti gli uomini vanno a prostitute”
“Berlusconi? C’è in giro una grande ipocrisia. In Italia non c’è un uomo che non sia andato a prostitute almeno una volta”. Che Michaela Biancofiore fosse, tra tutte le pasionarie berlusconiane, la più agguerrita, è un fatto. Tanto che l’assoluzione morale verso l’ex Cavaliere la spinge su un crinale piuttosto impervio e, soprattutto, difficilmente decifrabile. Ma tant’è. “La capa delle Amazzoni” (cit. se stessa) è così: quando c’è di mezzo Berlusconi lei è sempre in prima linea contro “toghe rosse” e “giornalisti che fanno un uso criminoso del servizio pubblico”.
Così fan tutti
Nel 1992 Bettino Craxi, beccato dai pm milanesi con le mani nella marmellata degli appalti, sdoganò il “così fan tutti” mozartiano. In un famoso discorso alla Camera disse: “Per mantenersi, i partiti hanno fatto ricorso all’uso di risorse aggiuntive in forma irregolare o illegale. Se gran parte di questa materia deve essere considerata puramente criminale, allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale”(03-07-1992). Traduzione: qui rubiamo tutti. A parte il tono vagamente ricattatorio, questo alibi di ferro non regge poi tanto. Soprattutto a contatto con la logica. Non è che se mi beccano a rubare e rispondo con un classico “lo fanno tutti”, automaticamente non sono più un ladro. Al massimo siamo tanti mascalzoni, me compreso. Uno più uno fa due. Non zero.
Ecco, la logica di Michaela- l’amazzone è più o meno la stessa di Craxi: “Tutti gli uomini sono andati con le prostitute, è sempre stato così” ha detto ieri alla Zanzara. Intanto, tutti chi? Come fa l’onorevole Biancofiore a sapere per certo che tutto l’universo maschile, almeno una volta nella vita, è andato a prostitute? E poi, lo sa Michaela Biancofiore che Berlusconi ai tempi del caso Ruby non era un uomo come gli altri, ma il Presidente del Consiglio della settima potenza mondiale? Esclusi reati che– secondo i giudici di Appello e Cassazione– non hanno ragion d’essere, a noi di cosa faceva Berlusconi sotto le lenzuola importa ben poco. La questione è un’altra: quanto diventa ricattabile un Presidente del Consiglio dopo festini con statue di Priapo, lap dance in maschera (di Boccassini e Fini le più frequenti) e palpeggiamenti vari?
Dove sono i soldi?
Durante l’intervista, poi, Cruciani chiede a Biancofiore: e i soldi alle olgettine dove li mettiamo? “Berlusconi fa regali, gioielli ma anche denaro– risponde convinta l’amazzone forzista– anche a noi parlamentari. Ma sono soldi suoi, li potrà spendere come vuole. Io non li spenderei così, nelle donne. E neanche negli uomini, ma è tutto da accertare”. Quando la Biancofiore dice che “è tutto da accertare”, forse non sa che fino all’anno scorso Berlusconi continuava a pagare affitti, stipendi e case di lusso alle giovani escort di Villa San Martino.
Il Ruby-ter riguarda proprio questo: i magistrati milanesi vogliono capire se stipendi e laute prebende scucite da Berlusconi alle olgettine costituiscano o meno oggetto di reato. Quello di corruzione in atti giudiziari. Ma che l’ex Cavaliere pagasse queste venti gentili damigelle è dimostrato proprio dalla lettera che il 29 dicembre 2013 venne fatta recapitare alle ragazze: “A questo punto i miei legali pur comprendendo la generosità e l’altruismo della mia iniziativa, mi invitano con assoluta determinazione, a non continuare con il sostegno economico mensile, perché si potrebbe attribuire al mio aiuto e alla mia accettazione una finalità diversa da quella reale”. Firma in calce: Silvio Berlusconi. E non è un omonimo: è proprio lui. Biancofiore smentita da Berlusconi stesso.