L’attentato terroristico di Tunisi dove sono morti anche 4 italiani è la notizia con cui aprono tutti i giornali. “L’assalto al Parlamento e al museo del Bardo non sono avvenimenti imprevisti e imprevedibili – scrive Sergio Romano sul Corriere della Sera – Sapevamo che l’esercito combatte da parecchi mesi, lungo la frontiera algerina, contro bande salafite che hanno rapporti organici con Al Qaeda nel Maghreb”. “L’attentato al Museo del Bardo indica le minacce immediate che pesano sulla giovane democrazia tunisina, nata dalla sola rivoluzione araba riuscita. L’attacco ha una forte simbologia politica. Prolunga le scene iconoclaste al museo di Mosul” scrive Repubblica.
“Ci siamo illusi per troppo tempo che i nostri problemi fossero solo quelli che abbiamo sotto gli occhi e che crescono nei nostri confini: disoccupazione, criminalità, corruzione, liti politiche – commenta Calabresi su La Stampa – Sbaglieremmo di grosso se liquidassimo la cosa pensando che non dovevamo andare da quella parte del Mediterraneo. Non possiamo voltare la testa dall’altra parte e dobbiamo farcene carico prima che venga a bussare alla nostra porta”. “Far finta di niente non ci salverà” avverte Il Tempo. “Si tratta di una guerra civile non di civiltà” puntualizza il Mattino. “Basta tentennamenti, buonismi e distinguo – attacca Sallusti nel suo editoriale sul Giornale – E’ arrivato il momento di difendere la nostra libertà”. “Fino a quando faremo finta di non avere il terrorismo islamico alle porte?” chiede Maurizio Belpietro su Libero. Il Manifesto titola: “Rivoluzione tunisina è entrata nel mirino dello Stato Islamico”.