“È possibile che le vittime italiane siano quattro, ma per l’identificazione attendiamo una conferma ufficiale”. Lo ha detto ad Agorà il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, a proposito dell’attentato terroristico avvenuto ieri al Museo Bardo di Tunisi. Il bilancio finale della strage, stando a quanto riportato dalle autorità tunisine, è di 19 morti – 17 di questi erano turisti stranieri, gli altri due tunisini (un autista e un poliziotto) – più i due terroristi uccisi durante il blitz delle forze speciali tunisine. Il bilancio dei feriti ammonta a 44 persone, di cui 13 nostri connazionali. Le vittime italiane finora accertate e identificate sono Francesco Caldara e Orazio Conte, passeggeri della Costa Fascinosa, la nave da crociera che in mattinata ha lasciato il porto di Tunisi. “Di certo la Tunisia è stata colpita al cuore”, ha affermato Gentiloni, ricordando le immagini diffuse sul web dei parlamentari tunisini che, nel momento dell’attacco terroristico al museo del Bardo, intonavano l’inno nazionale.
“Tra loro – ha osservato il titolare della Farnesina – c’erano donne con il velo e senza, giovani e anziani. È il mix di un paese democratico che ragiona in modo democratico”. I terroristi hanno voluto colpire la “grande speranza” che la Tunisia – “unico paese della primavera araba che ha portato avanti la sua transizione democratica” – rappresenta per il Maghreb e per il mondo arabo.
Vicini alla #Tunisia, paese di speranza e democrazia colpito al cuore. Cordoglio per le vittime, fermezza e vigilanza contro il terrorismo.
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 18 Marzo 2015
Tunisia, Gentiloni: “Italia non è in guerra”
“L’Italia – ha proseguito Gentiloni – non si deve sentire un paese in guerra ma deve stare all’allerta”. “Stiamo facendo quello che è il mestiere di uno Stato democratico: proteggere i nostri confini, alzare i livelli di sicurezza sui possibili bersagli del terrorismo. Abbiamo rafforzato – ha sottolineato il ministro degli Esteri – la presenza navale nel mediterraneo, per ora non c’è una commistione tra fenomeni migratori e terrorismo ma non possiamo escluderla. Insomma nessun allarmismo ma tutti i nostri livelli di allerta e attenzione sono al massimo. Non è tecnicamente massima allerta perché non ci sono notizie di minacce specifiche verso l’Italia”.
“Gli attacchi non vengono sempre da fuori”, ha ricordato Gentiloni, riferendosi agli attentati di Parigi. “Ci vuole vigilanza sulle nostre frontiere ma attività di intelligence anche all’interno, contro i lupi solitari. È un problema con cui dovremo convivere a lungo ma dobbiamo farlo senza isteria, senza sacrificare le nostre libertà. Non possiamo sacrificare la libertà di circolazione, la libertà di manifestazione solo perché c’è stato un attacco terroristico. Dobbiamo reagire con la forza della democrazia”. Il ministro ha poi aggiunto che un team dell’Unità di crisi della Farnesina “è da stamattina a Tunisi, oltre che per gli accertamenti, anche per dare una mano alle famiglie dei feriti e delle vittime”.
Uno dei terroristi era già noto alle forze dell’ordine
Yassine Laabidi, uno dei due terroristi uccisi nell’attacco di ieri a Tunisi, era già noto, segnalato e seguito dall’intelligence. Lo ha detto il premier tunisino Habib Essid, aggiungendo che non è stata invece ancora identificata l’organizzazione terroristica cui apparteneva il commando. A riferirlo è Radio Mosaique.
La rivendicazione
Rita Katz, direttrice di Site, riferisce che Isis avrebbe rivendicato la responsabilità dell’attentato, sottolineando che non è stato ancora possibile accertare la veridicità dell’affermazione. Isis nominerebbe due attentatori, Abu Zakarya al-Tunisi e Abu Anas al-Tunisi, descrivendoli “armati di fucili e granate”. Nel messaggio si parla inoltre di “decine di crociati e apostati uccisi”. Fa discutere intanto la foto di una delle vittime italiane pubblicata su un account affiliato all’organizzazione islamica con la scritta: “Schiacciato un crociato italiano”.