Non ci sono grossi sommovimenti elettorali nell’ultimo sondaggio di Datamedia sulle intenzioni di voto dei partiti, se si esclude un partito, quello più colpito dallo scandalo che ha coinvolto il ministro Lupi.
Il Pd rimane stabile, al 37,4%, con un progresso minimo dello 0,2%, mentre il Movimento 5 Stelle sale al 19,5%, uno 0,3% in più rispetto alla scorsa settimana. Il M5S sembra volersi avvicinare alla soglia del 20% ultimamente, anche se ancora non raggiungendola per alcun istituto di sondaggi.
Forza Italia è praticamente ferma su livelli molto deludenti, il 12,6%, ed è progredita solo dello 0,2% in due settimane, e non si vedono segnali di una svolta per il partito di Berlusconi
Ferma anche la Lega Nord, al 14,4%, un livello tuttavia ragguardevole, che stabilizza il partito di Salvini in una posizione di preminenza nel centrodestra, che ormai appare poter detenere a lungo nel futuro.
Sondaggio avaro di grosse sorprese anche per altri due partiti più piccoli come SEL, stabile a un buon 4%, e Fratelli d’Italia, che sale al 2,8%, comunque un buon +0,3% rispetto a due settimane fa.
Caso Lupi: -0,7% per NCD-UDC in una sola settimana
Unica eccezione a questo quadro, NCD-UDC, l’Area Popolare paga pesantemente lo scandalo sulle opere pubbliche e le tangenti che hanno coinvolto in primis il direttore generale Incalza, e poi il ministro alle infrastrutture Lupi, che seppur non indagato, era in rapporti strettissimi con Incalza stesso, e che dalle intercettazioni emerge avere goduto di piccoli e grandi favori.
Maurizio Lupi è un’esponente di punta del partito di Alfano, ciellino vicino a Roberto Formigoni, era in predicato fino a poco tempo fa di correre per il comune di Milano nel 2016. A causa sua ora il sondaggio Datamedia certifica un crollo dello 0,7%, un quinto dei voti potenziali per il partito che così cala per la prima volta sotto il 3%, al 2,5%, sotto quindi la probabile soglia dell’Italicum, se sarà confermata.
Stabilità invece confermata per Matteo Renzi: la fiducia nel premier rimane al 46%, un livello sempre molto alto per un presidente del consiglio in carica da più di un anno.