Taglio vitalizi ai condannati, ennesimo rinvio della Camera
Ancora un nulla di fatto. A quanto pare la politica non riesce a trovare un accordo su quella che dovrebbe essere una questione di civiltà: l’abolizione del vitalizio per gli ex parlamentari condannati in via definitiva. A Montecitorio è andato in scena l’ennesima inutile passerella: la riunione congiunta degli uffici di presidenza di Camera e Senato non ha prodotto alcunché, rinviando il tutto a data da destinarsi.
A vanificare la riunione, oltre alla scarsa volontà politica (è da giugno scorso che si dibatte sulla questione) anche uno strafalcione degno delle scuole medie: il parere di costituzionalità, redatto sul punto dall’ex giudice della Consulta Valerio Onida, è arrivato “monco” in Ufficio di presidenza. Delle 19 pagine che lo componevano, ne mancavano infatti ben 9, tutte quelle pari. Considerando l’importanza del documento e l’inutilizzabilità dello stesso – è necessario che il taglio dei vitalizi non violi la lettera della Costituzione – la riunione è stata giocoforza rinviata.
Servono altri pareri
Non si è trattato, però, dell’unico increscioso episodio del pomeriggio. Come riporta il Fatto Quotidiano, nel corso dell’incontro il questore Antonio De Poli (Area Popolare) ha reso noto ai partecipanti che i capigruppo del Senato hanno richiesto un’ulteriore serie di pareri sull’eventuale incostituzionalità del taglio del vitalizi.
Richiesta a cui tutti i presenti, tranne gli esponenti del Movimento 5 Stelle, hanno dato risposta affermativa. Il tutto comporterà un’ennesima dilazione dei tempi (originariamente si doveva chiudere entro il 26 marzo) con la conseguente stizzita reazione dei grillini: “Basta, così non si può più andare avanti. A questo punto è evidente che sulla questione non si vuole proprio decidere. Questi continui rinvii non sono più tollerabili. Comprendo la difficoltà di prendere una decisione da parte dei colleghi quando si tratta di toccare gli interessi dei loro amici – accusa la senatrice Laura Bottici-. Ma a questo punto non si può più rimandare: si fissi una data e, pareri o non pareri, la si rispetti e si decida una volta per tutte”.
A redigere i nuovi pareri (sulla cui utilità si può discutere visto che sulla vicenda si dibatte da quasi un anno), saranno Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, e Massimo Luciani, professore ordinario di diritto costituzionale alla Sapienza di Roma.