Il bonus da 80 euro “in versione una tantum” non ha prodotto gli effetti sperati. Ad affermarlo è il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, a proposito dei dati sul disagio economico nel nostro Paese diffusi dalla sua associazione. “Avremmo preferito un intervento sull’Irpef strutturale perché altrimenti non è sicuro che ci siano benefici per la ripresa”, ha aggiunto Longobardi. “Al governo di Matteo Renzi abbiamo riconosciuto, nei mesi iniziali, un approccio diverso rispetto al passato. Il consenso attorno a questo esecutivo è sembrato importante e forse ora sta per essere sprecato. Serve una cura da cavallo – esorta Longobardi – per far ripartire l’economia. Giù le tasse, subito. Senza indugi o tentennamenti di sorta”.
Per quanto riguarda invece il mercato del lavoro, è a partire da giugno – secondo il numero uno di Unimpresa – che sarà possibile toccare con mano gli effetti del Jobs Act. Ma i 250mila contratti a tempo indeterminato previsti – avverte Longobardi – “non saranno tutti nuovi posti di lavoro, perché le nuove norme sull’articolo 18 saranno utilizzate anche per sanare il cosiddetto nero e per convertire i contratti a tempo”.
Cgia: Col Jobs Act 1mln di posti di lavoro incentivati
La Cgia, invece, prevede un milione di posti di lavoro incentivati grazie a Jobs Act e decontribuzione triennale, operazione i cui costi dovrebbero aggirarsi intorno ai 15 miliardi di euro. La Cgia ridimensiona, inoltre, il pericolo della “fuga dei cervelli”, sottolineando che in Francia, Germania e Regno Unito il fenomeno ha proporzioni superiori al nostro.
Bankitalia: “Per Pmi difficile accedere a finanziamenti”
Secondo Fabio Panetta, membro del Direttorio della Banca d’Italia, c’è “un miglioramento nella disponibilità di prestiti”, ma “la normalizzazione del mercato del credito non è completa”, con “l’aumento dei flussi” per “le imprese grandi e maggiormente patrimonializzate”, mentre “le aziende di minore dimensione” hanno “difficoltà nell’accedere ai finanziamenti esterni”.