Il caso è quello degli appalti di Finmeccanica e il soggetto questa volta è Gianni Alemanno. Ci sarebbero infatti “seri indizi” di un finanziamento illecito da 200 mila euro ricevuto dall’ex sindaco di Roma nel 2011, proprio mentre ricopriva ancora tale carica. In un passaggio della sentenza la Corte di Cassazione ha confermato un sequestro di documenti disposto dalla Procura il 15 maggio 2014 nell’ambito di un caso di sovrafatturazione negli appalti Finmeccanica-Enav.
Appalti Finmeccanica: la vicenda
Le carte sarebbero state sequestrate al progettista Michele Navach, poiché secondo quanto scritto dalla Suprema Corte: “Nell’ambito dell’appalto per l’ammodernamento dello scalo di Palermo Punta Raisi sarebbero state create provviste finanziarie destinate all’allora sindaco Giovanni Alemanno”.
E’ la prima volta che la Cassazione esamina questo particolare filone degli appalti di Finmeccanica e, sulla base di quanto finora essa ha rilevato e ricostruito nella sentenza 11488, il suddetto appalto per i lavori a Punta Raisi “era stato affidato, senza procedura concorsuale, da Enav a Selex Sistemi integrati spa, che a sua volta aveva subappaltato parte dei lavori all’Ati formata da Print Sistem srl, e dalla Electron Italia; l’Ati aveva affidato, poi, lavori progettuali relativi al suddetto appalto alla Delta 9 Progetti srl, società riconducibile a Roberto Massimi, genero di Michele Navach, a sua volta direttore dei lavori dell’appalto per conto di Enav spa”.
Alemanno parla di “forzatura comunicativa”
Alemanno comunque ha subito fatto una dichiarazione in sua difesa, sostenendo che “è una forzatura comunicativa parlare di ‘seri indizi’ nei miei confronti. Infatti per questa indagine, cominciata da anni, io non risulto neppure nel registro degli indagati e tantomeno sono stato sentito dai magistrati”.