Sinistra Pd riunita a Roma. La minoranza del Partito Democratico, presente in molte delle sue diverse componenti, ha promosso un incontro per discutere della qualità della democrazia del nostro Paese.
Ha aperto il dibattito l’intervento di Alfredo D’Attorre. Con l’assemblea della sinistra del Pd “non nasce un nuovo cartello, non c’è nessuna nuova corrente ma piuttosto la ricerca di un confronto perché alcune delle risposte messe in campo dal governo non sembrano adeguate. Quindi, un confronto nell’interesse del Pd e dell’Italia”.
Presenti molti esponenti democratici tra cui Bersani, Speranza, D’Alema, Fassina, Cuperlo, Civati, Boccia ma anche Fratoianni di Sel e Carbone più vicino all’area Renzi. Il capogruppo Roberto Speranza ha voluto precisare nel suo intervento: “Chi pensa a scissioni o cose del genere, sbaglia, non è nel nostro vocabolario. Ma è giusto che ci sia un confronto. Oggi da qui arriva un contributo costruttivo per rendere più forte il Pd”.
D’Alema: “Non approvo esistenza di più minoranze”
Massimo D’Alema: “Faccio parte della sinistra extraparlamentare” visto che il dibattito è molto schiacciato sulle cronache parlamentare. “Senza l’unità nell’azione non avrà alcun peso”. Intervengo nonostante non mi senta parte di nessuna delle minoranze di cui si parla anche perché non approvo l’esistenza delle minoranze”. Due domande: “Qual è il destino di un partito senza popolo? E qual è il destino di un popolo che è rimasto senza partito”.
Orfini: “Spero Bersani lavori a unità Pd”
Il presidente del Pd Matteo Orfini commenta la riunione di Roma e manda un messaggio alla sinistra Pd: “Auguro buon lavoro a chi oggi è riunito all’Acquario romano, dove sono raccolte le minoranze del Pd. Però chiedo loro una riflessione: molti di loro mi hanno insegnato che quando un congresso è finito si lavora per l’unità del partito, non per quella della minoranza. Me lo ha insegnato soprattutto Bersani che ha praticato questo insegnamento quando era segretario. Io non l’ho dimenticato, spero che non lo faccia neppure lui”. Secondo Orfini: “È importante costruire un confronto sui temi e non cristallizzare le posizioni congressuali siamo in una fase delicata del nostro Paese e abbiamo sempre più bisogno di un partito che costruisca un cambiamento nella società. Per questo spero che dalla riunione di oggi non arrivi un ultimatum ma proposte e idee per rinnovare il partito”.
La discussione si infiamma
Ma le buone intenzioni durano poco. E’ proprio Massimo D’Alema ad infiammare la discussione. Secondo l’ex premier, Renzi ha trasformato il PD in un partito personale gestito con arroganza. E ancora: “Non credo che il segretario del PD abbia unito il partito sull’elezione del presidente della Repubblica”. Semmai “ha scelto un’altra strada quando ha capito che su quella strada avrebbe perso”.
Arriva pronta la risposta dei renziani, con un gelido tweet da parte del vicesegretario PD Lorenzo Guerini: “Renzi ha stravinto il congresso e portato il PD al 41%, qualcuno se ne faccia una ragione”.
Renzi ha stravinto il congresso e portato il pd al 41% per cambiare l’Italia dove altri non sono riusciti, qualcuno se ne faccia una ragione
— Lorenzo Guerini (@guerini_lorenzo) 21 Marzo 2015
Dispiace che dirigenti importanti per la storia della sinistra usino toni degni di una rissa da bar. Così si offende la nostra comunità.
— orfini (@orfini) 21 Marzo 2015
La chiosa all’attacco di D’Alema arriva dall’ex segretario Pier Luigi Bersani: “D’Alema ha detto una cosa sacrosanta: c’è tanta gente nel Pd in sofferenza e a disagio. Bisogna trovare il sistema, anche dal punto di vista organizzativo, per dialogare con questi mondi”.