“D’Alema? Ha usato espressioni più da vecchia gloria del wrestling che da ex primo ministro. Credo fosse arrabbiato per Roma-Fiorentina: ha capito che il vero giglio magico è sceso in campo all’Olimpico. Compito del Pd è cambiare l’Italia, sia che D’Alema voglia sia che D’Alema non voglia. E noi lo faremo”. Il premier Matteo Renzi, dalle colonne di Repubblica, liquida con una battuta gli attacchi ricevuti ieri da parte della sinistra Pd e soprattutto dall’ex capo del governo che aveva definito la sua gestione del governo “personale ed arrogante“. “Una parte della minoranza -aggiunge- ha questa simpatica abitudine di trattarci come usurpatori, come se fossimo entrati nottetempo al Nazareno scassinandolo. Prima o poi accetteranno il fatto che se ci siamo noi, e non più loro, è perché ci hanno scelto gli iscritti, ci hanno votato gli elettori alle primarie e ci hanno sostenuto gli italiani con una percentuale di consensi che non si vedeva dal 1958”.
Con primarie e europee ci hanno chiesto di rimettere in moto l’Italia. Lo facciamo pensando agli italiani,non alle correnti. Buona domenica
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 22 Marzo 2015
Renzi però non vuole creare ulteriori tensioni all’interno del Partito. Meglio parlare e discutere. “Scommetto che non ci sarà alcuna scissione. Il Pd è un luogo aperto al confronto. Nessuno può pretendere di avere la verità in tasca. La mia proposta è quella di discutere e confrontarsi sul modello di partito, sull’identità della sinistra che cambia in Europa e in Italia. Cuperlo ha picchiato duro su di me ma ho apprezzato la sua analisi. Il dibattito ha bisogno di tutti. Non cacciamo nessuno. Da qui al congresso del 2017 abbiamo due anni per discutere di come irrobustire il Pd uscendo dalla logica dei talk e dei tweet e gustando la fatica di ascoltarsi”.
Tanto, è il pensiero del premier, da sinistra non può arrivare alcuna minaccia frammentata com’è. “. Landini è in polemica con la Cgil. La Cgil con Landini. Cuperlo con D’Alema” riflette il vicesegretario del Pd Debora Serracchiani in un colloquio con QN.
Il mea culpa di Cuperlo: “Fatti errori in passato”
Intanto a sinistra c’è chi fa autocritica. “Dobbiamo capire quali errori abbiamo fatto nel corso degli anni: se siamo a questo punto è perchè c’è stato un deficit di coraggio e ambizione” spiega Gianni Cuperlo alla Stampa. “Questa Europa non è stata capace di aggredire la crisi dal punto di vista dei bisogni. Se ora la strada è in salita – afferma l’ex presidente del Pd- è anche per la timidezza di chi aveva la possibilità dimettere in discussione tutto questo”.