Servono 10 miliardi di euro. Altrimenti si verificherà il tanto temuto aumento dell’Iva. Il Ministero dell’Economia sta predisponendo una serie di tagli alla spesa che permetta di quadrare i conti.
L’aumento dell’Imposta sul Valore Aggiunto non è l’unica problematicità in vista. Vi è anche l’aumento delle accise che il ceto medio teme. Voci che dovrebbero far aumentare le entrate di 16 miliardi. Ecco perché il Ministro Padoan sta predisponendo, con l’aiuto dei tecnici del Mef, la bozza del Def, il Decreto di Economia e Finanza, che contenga tagli alla spesa alternativi all’implemento delle tasse di cui sopra.
I capoversi pensati, volti a tagliare la cifra di circa 10 miliardi, saranno descritti dal titolare dell’Economia nelle voci a cui spesso più si ricorre: anzitutto quelle legate alla politica. Tagli alle Regioni e ai Comuni, quindi. Le società partecipate sono nel mirino del Mef (secondo l’Ista sono 1500 circa quelle inattive). Poi, sempre sul territorio, dovranno viversi alcuni tagli molto incidenti, come quelli sulla sanità e quelli sui trasporti, l’obbligo di gare per l’affidamento del servizio circa questi ultimi.
La Pubblica Amministrazione dovrebbe essere riformata nelle articolazioni territoriali: passaggio da 5 a 4 corpi di forze dell’ordine (la Forestale dovrebbe essere assorbita nella Polizia), criteri di valutazione delle esternalità negative e positive dei benefici pubblici, oltre che a tanto altro. Il tutto in un ottica dell’economia – specificatamente dei saldi – in miglioramento per via della riduzione dei tassi d’interesse operata dalla Banca Centrale Europea di Draghi.
Daniele Errera