Risultati elezioni Francia, al primo turno delle Amministrative francesi del 22 marzo, il Front National subisce una battuta d’arresto arrivando solo terzo a livello nazionale, sopravanzato dall’UMP di Sarkozy.
Una Vague Bleu tinge le amministrative francesi di domenica 22 marzo, ma non è quella di Marine Le Pen. Il Front National subisce una battuta d’arresto in occasione del primo turno delle Elezioni per il rinnovo di 101 Consigli Dipartimentali (ex Consigli Generali, denominazione archiviata dopo la riforma), sopravanzato dalla destra moderata dell’UMP di Nicolas Sarkozy.
Il partito dell’ex Presidente è giunto infatti in testa con circa il 29% dei suffragi a livello nazionale, grazie al ticket elettorale con i centristi dell’Union des Démocrates et Indépendants (UDI); il blocco delle destre sale addirittura al 36% se si considerano le liste “Divers Droite” che si sono presentate separatamente nelle varie circoscrizioni.
Il Partito Socialista di François Hollande e Manuel Valls, maggioritario in 61 Dipartimenti e accompagnato al piccolo Parti de Gauche, è invece sceso al 21% (a fronte del 24 ottenuto nel 2011) alla luce altresì del mancato accordo con il resto della sinistra, Front de Gauche e Verdi in testa – questi ultimi protagonisti di un vero e proprio flop, piombati dal 9% all’1,5. Marine Le Pen si ferma dunque in seconda posizione con il 25,7%, score che le permette di ritoccare il precedente risultato delle Europee (24) ma che smentisce il boom vaticinato alla vigilia, quando i sondaggi la davano al 30% proprio davanti all’odiato UMP.
Risultati elezioni Francia, le reazioni
Nonostante le previsioni disattese, Marine Le Pen si è rallegrata del risultato: “C’è stato un voto massiccio per il FN nonostante fossimo poco radicati a livello locale (…) Il nostro score è più alto di quello che ottenemmo alle Europee. Questo voto dimostra che i francesi vogliono ritrovare la libertà. Valls, che non ha fatto altro che stigmatizzare il nostro popolo prima del voto, è stato sbugiardato e dovrebbe dimettersi”.
Il Primo Ministro socialista, durante tutta la campagna elettorale, aveva infatti agitato lo spettro lepenista additandolo come pericolo numero uno per il futuro della Francia. Ora, l’esito del primo turno delle Dipartimentali rassicura l’inquilino di Palazzo Matignon, che si è detto “Soddisfatto che l’estrema destra non sia arrivata in testa allo scrutinio” mettendo in luce “lo score onorevole ottenuto dai candidati socialisti”.
Altro leader di rilievo ad aver condotto una campagna al vetriolo nei confronti degli avversari (tanto da coniare l’etichetta “FNPS”, scimmiottando la Le Pen e il suo UMPS) è Nicolas Sarkozy, vero vincitore di questo round, che in vista del ballottaggio ha confermato la politica del Ni-Ni, “Né con il Front National né con il Partito Socialista” nei cantoni in cui il cosiddetto “Binomio” che si è presentato con il centrodestra – la riforma elettorale per le Dipartimentali prevede l’elezione di un doppio candidato uomo-donna al fine di raggiungere l’assoluta parità di genere in seno ai Consigli – è rimasto escluso dal secondo turno. Non sono però dello stesso avviso gli alleati centristi, il segretario UDI Lagarde e il capo MoDem Bayrou, che si sono allineati sulle posizioni dei Socialisti in merito al “Fronte Repubblicano” invocato per sbarrare la strada al FN.
Analisi del voto
“Riconosco che il Front National non è il primo partito di Francia”. A dirlo è stato il presidente onorario dei populisti Jean-Marie Le Pen, che ha poi aggiunto a mo’ di provocazione: “Prepareremo una discendente per il 2037 dopo Marine e Marion-Maréchal (il più giovane deputato in Assemblea Nazionale, ndr)”. Il FN manca dunque l’appuntamento con una vittoria annunciata, anche se il partito della carismatica famiglia di Montretout riesce comunque ad ottenere il miglior risultato della sua storia alle ex Cantonali, incamerando 11 punti in più rispetto al 2011 (quando toccò quota 15%).
La crescita degli avversari alla sua sinistra, UMP in particolare, è senz’altro dovuta ad un tasso di partecipazione al voto maggiore rispetto al passato: secondo il Ministero dell’Interno, per questo primo turno si è mobilitato il 52% circa degli aventi diritto, contro il 45 delle amministrative di quattro anni fa ed il 43 delle ultime Europee; la destra repubblicana ha tratto inoltre beneficio dall’intesa con il centro, tanto cara a importanti esponenti popolari come Alain Juppé e Nathalie Kosciusko-Morizet. Per Nicolas Sarkozy, dopo mesi in mezzo alla tempesta mediatico-giudiziaria (dal caso finanziamenti illeciti al partito fino ai “singoli” scandali che hanno coinvolto alcuni nomi forti UMP come Guéant e Balkany), si tratta della prima soddisfazione dal suo ritorno sulla scena politica dell’estate scorsa.
Tra i suoi sodali, tuttavia, si predica prudenza malgrado il primato riconquistato: la nuova sfida riguarda ora la cementificazione di un blocco che punta a mantenere il voto centrista e recuperare gli elettori “transfughi” attirati dalla sirena populista Le Pen. Un’operazione tutt’altro che semplice soprattutto in prospettiva Presidenziali 2017, ma sulla quale ci sarà un banco di prova fondamentale già domenica 29 marzo. Quando almeno 44 Dipartimenti – come stima LeMonde – saranno teatro di un “triangolare”, ovvero di un ballottaggio a tre tra UMP, FN e PS.
Mitterand “Questi politici non hanno visione”
“De Gaulle e Mitterrand parlavano della Storia e della Francia, gli uomini politici di oggi parlano del quotidiano, e dei francesi. Non è la stessa cosa. Manca una visione. A destra si prendono posizioni miserabili, per esempio obbligando i bambini a mangiare carne di maiale nelle mense scolastiche anche se sono musulmani. È una vergogna”. Lo afferma in un’intervista al Corriere della Sera Frèdèric Mitterrand, nipote del presidente Francois ed ex ministro della Cultura.
Camus “FN ha mancato vero obiettivo”
“La maggioranza dei francesi non ha più paura del Front National ma ritiene che non sia ancora capace di governare”. Ne è convinto il politologo francese Jean-Yves Camus che in un’intervista alla Stampa sottolinea che non è andata esattamente come il Fn si aspettava. “Hanno ottenuto una percentuale di voti relativamente alta, all’incirca quella delle europee del 2014. Ma loro volevano superare la quota del 30% e non ci sono riusciti”. “Volevano essere il primo partito di Francia: non hanno centrato neanche questo obiettivo”.