Le dimissioni di Maurizio Lupi – ovviamente impensabili sino ad un secondo prima dello scoppio dell’inchiesta sugli appalti – aprono un nuovo scenario all’interno della maggioranza di governo, i cui equilibri potrebbero essere rimessi in discussione. E così, dopo le prime voci che parlavano di un Matteo Renzi intenzionato a sostituire il responsabile dimissionario del dicastero delle Infrastrutture con una personalità di rilievo ma di carattere prettamente tecnico, ora si apre la possibilità di uno scenario completamente diverso. Che potrebbe far storcere il naso ad Angelino Alfano e ai suoi, già parecchio nervosi negli ultimi giorni.
Raffaele Cantone. Era il suo l’identikit principale, diffuso nelle ore immediatamente successive alle dimissioni di Lupi, per la successione al dicastero dei Trasporti. Il nome di Cantone, d’altronde, avrebbe incontrato il pieno appoggio del premier, lo stesso che lo ha voluto alla guida dell’Autorità Anticorruzione dopo il deflagrare dello scandalo Expo dello scorso anno. Ma a rifiutare pare esser stato proprio il magistrato, non intenzionato a ricoprire così alti incarichi politici
Totoministro: con l’uscita di Lupi il PD si rafforza?
Una cosa pare certa: il reincarico sarà abbastanza celere. Matteo Renzi ha spiegato di non voler tenere l’interim a lungo, anche e soprattutto per non creare intoppi ad un’azione di governo che il segretario del PD vuole che proceda spedita. Tuttavia, l’occasione potrebbe essere succulenta per dare un’ulteriore spallata agli equilibri di governo, ribadendo una volta di più l’enorme preponderanza del PD a seguito dello storico 40% delle Europee e del successo nelle ultime elezioni regionali.
Nei primi giorni della settimana Renzi avrà diversi incontri in programma sul tema, primo su tutti quello odierno con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in cui il premier riceverà l’interim per le Infrastrutture. Dopo l’incontro con il nuovo Capo dello Stato si potrà capire qualcosa in più a proposito della successione. E mentre sfumano via i primi nomi “politici” che circolavano – come per esempio Gaetano Quagliariello, che avrebbe contribuito a mantenere invariati gli equilibri di governo – se ne affacciano altri. Come per esempio il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio.
Ciò che resta più importante però, come ribadito da Renzi, è stilare l’agenda dei compiti del dicastero, punto ancor più importante del vero e proprio identikit del successore di Lupi. Ma dinanzi ad un nome come quello di Delrio, la tensione con NCD – già in fibrillazione dopo la partita del Quirinale ed ulteriormente danneggiata dal caso Lupi – potrebbe raggiungere livelli di guardia.