Nuove grane per Matteo Renzi in Liguria. Dopo le polemiche seguite alle primarie liguri con la vittoria di Raffaella Paita e le accuse di brogli lanciate dallo sfidante Sergio Cofferati, ecco che un nuovo terremoto politico sconvolge il Partito Democratico locale.
Luca Pastorino, il deputato civatiano del Pd e sindaco di Bogliasco (Genova), ha lasciato ufficialmente il partito e si candida alle regionali liguri alla guida di un movimento di sinistra. Lo ha annunciato questa mattina al mercato del Carmine, a Genova. “Sono molto emozionato perché stiamo facendo un percorso innovativo e importante – ha detto – ci mettiamo in discussione, facendo un passo indietro sulle nostre posizioni personali e uno avanti sulle idee che dobbiamo mettere in campo. Si tratta di un progetto nuovo, si tratta di fare qualcosa per la Liguria di alternativo all’amministrazione e alla politica degli ultimi anni”. La candidatura di Pastorino era stata indicata da Sergio Cofferati ed è maturata all’interno di Rete a Sinistra, in cui sono presenti Comunità di San Benedetto, Lista Doria, alcuni Pd civatiani, Arci, Rifondazione, pezzi di Cgil e movimenti e Sel, vale a dire la gran parte della sinistra radicale in Liguria.
Liguria, due i candidati di sinistra oltre a Paita
Resta il fatto che al momento in Liguria sono due i candidati di sinistra che si presentano in alternativa al centrosinistra guidato da Raffaella Paita. Nei giorni scorsi, in cui in Rete a Sinistra si discuteva su candidature e programma, un sacerdote genovese, don Paolo Farinella, per accelerare i tempi, aveva lanciato una candidatura, che voleva essere unitaria, quella di Sergio Pagano, 60 anni, ex sindaco della Spezia, già Pci. Pagano ha accettato di guidare una lista civica e la sua candidatura ha raccolto le simpatie di molti esponenti del Pd e di parte del movimento che in Liguria si rifà a Tsipras. Pastorino ha invitato Pagano a fare parte della coalizione con la sua lista civica, da parte sua l’ex sindaco della Spezia, annunciando la propria candidatura, si era detto disponibile a discutere su un progetto unitario purché “in modo trasparente e pubblico”. Sembra, però, che i movimenti che compongono la lista civica di Pagano guardino con diffidenza alla prospettiva di una coalizione con i partiti. “Stiamo cercando di fare un lavoro per cambiare la politica – dichiara Pastorino all’Adnkronos – e mi sembra che Pagano possa fare parte di questo progetto, sarebbe importante, anche per il lavoro che ha svolto e il consenso che ha ottenuto nella società civile. Il nostro obiettivo è comune. Ma a questo punto vedrà lui, io quello che dovevo dire l’ho detto”.
Liguria, Paita: “Candidatura Pastorino contro il Pd”
Raffaella Paita, candidata per il centrosinistra alla Regione Liguria, si dice dispiaciuta per la scelta del civatiano Luca Pastorino di candidarsi lasciando il Pd. Per Paita avrebbe potuto partecipare alla primarie, ma ora la candidatura ha “il solo obiettivo di indebolire il Pd a cui andrebbe forse un po’ più di riconoscenza visto che al Parlamento è arrivato proprio grazie al Pd”. Paita ha osservato che a Venezia avrebbe sostenuto Felice Casson, precisando che l’esito delle primarie va rispettato “anche quando non piace”.
“Questa è una grave scorrettezza al Pd più che alla Paita” ha aggiunto la candidata secondo la quale in un partito ci si confronta nelle primarie “c’è uno che vince e uno che perde e dopo tutti insieme si converge su un progetto unitario. Il balletto a cui abbiamo assistito in questi giorni nella sinistra radicale ha avuto tanto il sapore di giochetti di posizionamento. Aspetto ancora i contenuti e le proposte” ha affermato Paita.
Pd Liguria: “Chi vota contro Paita si mette fuori dal partito”
“Nessuno vuole cacciare nessuno, non c’è niente di rivoluzionario, ma non si può sostenere un candidato diverso da quello del Pd perchè si pone un problema e si mette fuori dal partito”. Così Alessandro Terrile, segretario del Pd genovese spiega la nota della commissione regionale di garanzia della Liguria che è stata girata a tutti gli iscritti di Genova in cui si stabilisce che violano lo statuto del partito “gli elettori/elettrici, iscritti/iscritte che dichiarassero il loro consenso a candidati diversi da quello del partito”.
A chi si candida a liste alternative del partito la sanzione è la cancellazione dall’anagrafe degli iscritti per l’anno in corso e quello seguente. Per le altre violazioni le sanzioni vanno dal richiamo scritto alla sospensione per un periodo da un mese a due anni fino alla cancellazione degli iscritti. La commissione di garanzia, inoltre, giudica di “estrema gravità l’eventuale comportamento di iscritti specie se noti per avere nel recente passato rivestito incarichi di responsabilità per conto del partito che decidessero pubblicamente di fare campagna attiva a favore di candidati contrapposti a quello del Pd nella prossima consultazione regionale“.