“Napoli roccaforte mafiosa”: è guerra tra The Guardian e Neoborbonici

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Sta suscitando rabbia e indignazione a Napoli l’articolo di Barry Glendenning, autorevole firma del quotidiano inglese The Guardian, nel quale definisce la società partenopea “una delle roccaforti della mafia italiana” . La risposta del Napoli, affidata al direttore dell’Area Comunicazione Nicola Lombardo, non si è fatta attendere ed è stata piuttosto dura. “E’ come se noi definissimo gli abitanti di Newcastle, città di provenienza dei concorrenti del Geordie Shore ( celebre reality show in onda su Mtv, ndr ), degli ignoranti palestrati”.

HUMOUR – Glendenning, nel suo articolo pubblicato ieri, 1 maggio, tratta di calcio mercato e delle trattative che stanno interessando le principali società d’Oltremanica. Il giornalista, dopo aver lanciato diverse “bombe di mercato”, si occupa di uno dei giocatori inglesi più talentuosi, l’attaccante Danny Welbeck, attualmente al Manchester United. Secondo Glendenning sulle tracce del giocatore c’è anche Rafa Benitez, che vorrebbe portare sotto il Vesuvio l’attaccante inglese, aggiungendo che il direttore sportivo partenopeo, Riccardo Bigon avrebbe anche preso i primi contatti con l’agente del giocatore. Non c’è solo il Napoli interessato al Welbeck, ma per assicurarsi il giocatore, secondo Glendenning, “il club di una delle roccaforti italiane della mafia dovrà fare al Manchester United un’offerta che non potrà rifiutare”.

REAZIONI – Secondo il giornalista inglese, insomma, Napoli sarebbe una città italiana governata dalla mafia. Le parole provenienti dal Regno Unito scatenano la rabbia dei napoletani, troppo spesso vittime di vergognosi luoghi comuni, e del Movimento Neoborbonico che, per bocca del presidente, il Prof. Gennaro De Crescenzo, minaccia di intraprendere vie legali. “Chiedo scusa, ma non credo di aver offeso nessuno”, scrive Glendenning, “perché è purtroppo una triste realtà che Napoli, città che voglio al più presto visitare, sia una delle roccaforti italiane della mafia”. Immediata la risposta di De Crescenzo: “Molti di noi si sono offesi dopo quelle parole, è meglio che il The Guardian si scusi ufficialmente”.