Riforme, Renzi silenzia le critiche: “Chi parla di deriva autoritaria è pigro e stanco”
Matteo Renzi sale in cattedra e interviene all’Università Luiss, davanti agli studenti del corso di Management. Il premier, pungente come al solito, si toglie parecchi sassolini dalle scarpe, a cominciare dalla riforma della scuola passando a quella del Senato e fino all’Italicum. “Questo è il luogo in cui ci giochiamo il futuro. Oggi abbiamo bisogno di fare una scommessa in questo settore: c’è bisogno di scuola, è la sfida culturale che dobbiamo vincere al tempo del terrorismo. L’Italia dei prossimi 50-100 anni dipenderà dal modello educativo e universitario. Su questo ci giochiamo una delle chance di essere superpotenza mondiale” ha detto il presidente del Consiglio.
Riforme: “Dobbiamo uscire dalla palude”
Ma è sul capitolo riforme che Renzi va al contrattacco. “Vorrei togliermi qualche sassolino rispetto a chi parla tutti i giorni di deriva autoritaria a proposito del dibattito sulle riforme. Autorevoli pensatori e professori hanno parlato di ‘democratura’, con una crasi tra democrazia e dittatura. Deriva autoritaria è il nome che tali commentatori un po’ stanchi danno alla loro pigrizia. Trovo avvilente che non si ricordi una cosa banale: in un sistema chi è legittimato a decidere non è un dittatore, ma chi è legittimato a prendere decisioni e non le prende, consegna il Paese alla palude. Tradisce la fiducia chi passa il tempo a vivacchiare e a far scorrere i giorni senza che l’Italia abbia le riforme di cui ha bisogno”. Quanto all’Italicum ha azzardato una previsione: “Tra cinque anni la nostra legge elettorale sarà copiata da mezza Europa”.
“Governo ha fatto tanto”
Moto d’orgoglio sui risultati del governo. “Appena arrivati siamo già il 28mo governo su 63 per quanto riguarda la durata. Siamo in Europa League”. Poi ha aggiunto: “Passiamo per il governo dei comunicatori ma ritengo che il governo non sia stato bravo a comunicare quello che ha fatto. Rovescio l’assunto: il governo ha fatto molto di più di quello che ha comunicato. E questo lo considero un errore clamoroso”.
Renzi poi ha precisato: “Chi fa più di quello che comunica nella politica di oggi sta sbagliando tutto perché comunicazione è il modo di entrare in rapporto con i cittadini che sono i controllori, punto di riferimento fondamentale”. Per poi affermare: “Il modello delle riforme che noi proponiamo è quello della democrazia decidente. L’Italia come luogo dove le cose si discutono e poi si realizzano”.