Nunzia De Girolamo scuote il governo e la maggioranza parlamentare. Nel corso di un’intervista all’ HuffPost, la capogruppo del Nuovo centrodestra alla Camera attacca Renzi e Alfano. “Il tempo delle chiacchiere è finito. Qua si continua ad eludere la discussione sul punto di fondo: se siamo una forza di centrodestra che vuole ricostruire il centrodestra o siamo diventati una forza subalterna e irrilevante nell’ambito della coalizione di Renzi”.
Il problema è proprio l’identità dei diversamente berlusconiani. “Voglio capire quale è l’identità del mio partito. Non possiamo essere gli scendiletto di Renzi o il partito delle poltrone di pochi da ricollocare. A questo punto, proprio per evitare le chiacchiere, mettiamo le cose per iscritto. Quagliariello ha detto che faremo a breve una direzione nazionale? Benissimo, io a quella direzione presenterò un documento in quattro punti che per una forza come la nostra sono vitali. Un documento, da mettere poi però ai voti nella nostra assemblea nazionale e su cui è necessario realizzare un’ampia consultazione tra i nostri iscritti, per andare al confronto con Renzi. Se Renzi accetta i nostri punti, bene, altrimenti a mio giudizio dobbiamo ritirare la delegazione dal governo e passare all’appoggio esterno”.
De Girolamo: “Ricostruire il centrodestra”
“Siamo nati con l’ambizione di costruire, in Italia, un nuovo centrodestra. E per costruire, anzi, ricostruire il centrodestra occorreva, in quel momento difficile in cui Renzi tirò giù il governo Letta, garantire la stabilità per avere il tempo di agire in due direzioni: le riforme istituzionali e i provvedimenti economici che non facessero sprofondare il paese nel baratro della crisi. Ora, io mi limito ad osservare dei dati di fatto. Noi abbiamo donato il sangue… E Renzi è volato nel consenso. Questo perché, di fronte ai suoi continui prendere o lasciare, abbiamo lasciato molto senza far pesare il fatto che senza di noi Matteo non starebbe a palazzo Chigi”.
I 4 punti per far rimanere Ncd nel governo
La capogruppo espone i 4 punti secondo lei imprescindibili per far sì che il partito rimanga nell’esecutivo e non passi all’appoggio esterno. “Punto numero uno, visto che siamo a ridosso del voto finale, è la legge elettorale. È necessario tornare alla versione dell’Italicum formulata quando nacque il governo, che preveda il premio alla coalizione e non ai partiti”.
Poi il secondo: “Le partite Iva. Ai cinque milioni di partite Iva attive, io parlo di quelle vere, non alle stime di otto milioni a cui si fa spesso riferimento, noi dobbiamo dire che lo Stato farà pagare loro meno tasse. Purtroppo, come noto, il governo Renzi nell’ultima legge di stabilità li ha stangati. E questo inasprimento ingiustificabile era stato giustificato con la genialata dell’anticipo del Tfr“.
Terzo punto è il Sud: “Il Mattino oggi apre con il flop del programma “Azione e coesione”: pagamenti in ritardo, finanziamenti a rischio, responsabilità di vari governi. E noi che facciamo? Per non saper né leggere né scrivere prendiamo 3,5 miliardi del piano di azione e coesione in ritardo a causa dei precedenti governi e li usiamo per la decontribuzione dei lavoratori. Peccato che il piano di azione e coesione si riferisce alle sole regioni del sud e la decontribuzioni a tutto il paese. La dico in modo grezzo: abbiamo detto al Sud: “Non sapete spendere e ora ve lo insegniamo noi” ma intanto ci prendiamo i vostri soldi. Se questa è la politica del Sud, ridateci Tremonti. Anche qui, o si cambia rotta o si esce dal governo”.
Infine il quarto punto: “Giustizia. Sulle intercettazioni non possiamo tollerare l’indecenza di uno strumento di indagine che diventa gogna mediatica. Dico ad Alfano: riprendi il tuo testo sulle intercettazioni, quello che Repubblica chiamava bavaglio e che era una norma di civiltà, e portiamolo in Parlamento. Punto”.