Anche dopo l’assoluzione di Silvio Berlusconi al processo Ruby, si parla ancora di lei. Stando alle ultime intercettazioni, Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori, avrebbe voluto investire parte dei soldi ricevuti da Berlusconi – in cambio del silenzio, come sostiene l’accusa – per aprire “un centro estetico-dentistico a Genova, oltre al progetto di rilevare un’attività di ristorazione a Milano”.
Da nipote di Mubarak a Principessa Taitù
“Lei si considera la principessa Taitù e finché voi gliene date, lei continuerà a fare la prepotente (…) dovrebbe tenersi un po’ più calma”. La descrizione dell’ex nipote di Mubarak, data dalle intercettazioni del padre dell’ex compagno Luca Risso, che certificano le spese e le azioni sfrenate della marocchina. A tal punto che anche la madre di Risso, Mariella Maggioncada interviene drasticamente: “Tanto lui la conosce ormai, io penso che è potessero eliminarla lo farebbero anche loro, perché non ne possono più, non ne possono più. Se la sono creata loro questa situazione…”.
I soldi per la falsa testimonianza
Il terzo fascicolo del processo Ruby forse è più pericoloso del secondo, da cui Berlusconi è uscito indenne con i suoi legali. Per la procura di Milano (ben 45 indagati) l’ipotesi di reato è corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. Sarebbero stati girati almeno 4.5 milioni per Karima, sempre pronta a reinvestirli senza freno. Ad aggiungersi alle attività citate, ci sarebbero anche un ristorante e un paio di palazzine a Playa del Carmen in Messico.
Ruby era ad Arcore nel dicembre 2014
“Dall’analisi (…) effettuata, sembra potersi affermare che Ruby con ogni probabilità si rechi ad Arcore tra novembre e dicembre scorsi e che in queste occasioni usi l’accortezza di spegnere il cellulare già in fase di avvicinamento per non far registrare la propria presenza sulle celle”. È scritto in un atto dell’inchiesta ‘Ruby ter’.