Ferve il dibattito attorno al Decreto Lavoro. Stavolta ad intervenire è l’ex ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. “Il governo dovrebbe presentare un emendamento che eviti l’obbligo di assunzione per chi sfora il tetto dei contratti a termine, sostituendolo con semplici sanzioni pecuniarie”. Questo il giudizio dell’attuale Presidente della Commissione Lavoro al Senato.
L’opinione dell’esponente NCD farà discutere, specialmente in ambienti sindacali e della sinistra PD, che difendono a spada tratta l’obbligo di assunzione una volta sforata la quota del 20% di contratti a tempo determinato, come stabilito nel testo passato alla Camera. Con Sacconi c’è anche Scelta Civica, favorevole a sostituire l’obbligo di assunzione con una semplice multa. L’obiettivo, aggiunge Sacconi, è di “ridurre la paura delle aziende nell’attivare contratti a termine”.
Intanto, a proposito del dl Lavoro, fa discutere la presenza di un emendamento a firma “Silvio Berlusconi“, nonostante la decadenza già avvenuta del leader di Forza Italia dal suo seggio senatoriale. La provocazione è targata Alessandra Mussolini, capogruppo in Commissione Lavoro al Senato, che aggiunge: “non vorranno mica censurarlo?”. Spetterà alla stessa commissione, riunita oggi per l’esame di tutti gli emendamenti, valutarne l’ammissibilità o meno.
L’obiettivo di Forza Italia è di “defornerizzare” il decreto, come ammesso dalla stessa Mussolini: “ci sono condizioni che impediscono ai giovani di entrare nel mondo del lavoro”. Altre modifiche pronte riguardano la riduzione del cuneo per giovani al primo impego e disoccupati, mentre potrebbe esserci sostegno da parte di FI anche al cosiddetto “emendamento Ichino” che prevede l’interruzione del contratto indeterminato nei primi 36 mesi, previo versamento di un’indennità.
Andrea Turco