Infografiche di questa settimana dedicate all’occupazione femminile, con un confronto tra la situazione italiana e quella europea.
I due termini di paragone più importanti tuttavia sono quelli anche temporali, oltre che geografici, poichè perlomeno nel nostro Paese i cambiamenti avvenuti in solo 20 anni sono epocali.
Si osserverà nella prima infografica come il gap tra occupazione maschile e femminile diminuisca notevolmente, ma allo stesso tempo come l’occupazione delle 25-29enni nonostante il generale aumento di occupazione femminile che sappiamo esserci stato, non cambia e con la crisi anzi perde quei punti che aveva lentamente guadagnato negli anni.
Dove vi è stato quindi questo guadagno? Nell’occupazione delle lavoratrici anziane, qui si va, per esempio nel segmento 55-59 anni, dal 19% al 47,5% di occupazione femminile! Complici le diverse riforme delle pensioni.
E’ quindi questa la causa della sofferenza dell’occupazionale giovanile? I posti che non vengono lasciati liberi da chi non va in pensione? Pare di no, perchè come vediamo nella seconda infografica di confronto con gli altri Paesi, l’Italia rimane nell’occupazione femminile sopra i 50 anni molto indietro rispetto alla media europea, anche di 10 punti, e indietro rispetto a Paesi che pur presentano situazioni occupazionali molto migliori per i giovani.
Ed è appunto tra i giovani che l’occupazione femminile più si distingue da quella di altri Paesi, come nel confronto con Svezia, Spagna, Germania e la media europea nella terza infografica, dove vediamo il tipico arco occupazionale, con il massimo tra i 25 e i 55 anni, essere più curvo in Italia, dove rimaniamo molto indietro tra le giovani, fino ai 40 anni, per esempio rispetto alla Spagna, che invece superiamo per l’occupazione in età più tarda.
Rimaniamo lontanissimi dai valori tedeschi o svedesi, dove di fatto vi è quasi la piena occupazione anche tra le donne 50enni, una rivoluzione culturale oltre che economica di cui siamo in attesa.