“Renzi? Sta andando incontro a un suicidio politico. La legge anticorruzione? Un compromesso accettabile. Ma solo un compromesso”. Lo ha detto Corradino Mineo, senatore del Pd intervenuto oggi su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione. “Il ministro Orlando, in riferimento alla legge sulla corruzione, parla di legge approvata alla Camera da migliorare in Senato. Alla faccia di chi contestava il bicameralismo. Renzi il Senato vuole abolirlo, ma vuole farlo dopo – aggiunge – cioè quando avrà ridotto il sistema istituzionale alla elezione non più di organi collegiali, quando cioè il Parlamento non sarà altro che un prodotto derivato dell’elezione del Premier”.
Mineo: “Approccio di Renzi pericoloso”
“Renzi ha ambizioni dittatoriali? No. È convinto che ci sia una crisi della democrazia, non solo in Italia. A questo risponde con molta rozzezza, cercando di ridurre la scelta democratica alle elezioni ogni cinque anni di un sindaco, di un premier e di un governatore. Questo approccio è pericoloso, perchè poi quest’uomo resta solo, non governa perchè non ha il sostegno di un apparato dello Stato e perde il rapporto col sentimento popolare. Renzi sta andando incontro a un suicidio, ma non solo lui. La semplificazione della democrazia invece di rafforzare il Governo lo renderà più vulnerabile”. Poi una precisazione su un accadimento passato: “Una volta lo definii autistico, ma questo è un termine che non userei mai più per le famiglie che sono a contatto con la sofferenza e che io non avevo in alcun modo intenzione di offendere. Renzi non ha una visione e una prospettiva di fondo. Nel gioco politico è il più bravo che abbia visto da molti anni a questa parte. È come una persona che ha tanti problemi ma che poi risolve a sorpresa una equazione difficilissima”.
Riforme, la minoranza Pd scrive a Renzi
Intanto la minoranza Pd invierà a Matteo Renzi una lettera per proporgli un “confronto costruttivo” sulle riforme, per cercare un accordo nei gruppi Pd in attesa dei prossimi passaggi del ddl costituzionale e dell’Italicum. Lo annuncia il bersaniano Alfredo D’Attorre. L’idea, spiega, è formare “un gruppo ristretto di lavoro tra i parlamentari Pd per definire alcune modifiche ai testi. Con l’impegno, una volta trovato l’accordo, a non fare più nessuna modifica nei passaggi successivi, con garanzia su numeri e tempi di esame”.