Sceglie il 21marzo, XX Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, per presentare il video del brano “La Memoria”, anteprima dell’album che intende realizzare attraverso una campagna di crowdfunding.
Alfonso De Pietro, cantautore di origini irpine naturalizzato pisano, dopo la precedente raccolta “In(Canto) Civile”, torna ad occuparsi di temi importanti, convinto che l’arte rivesta anche una funzione sociale.
Girato nel suggestivo scenario del “Teatro Rossi Aperto” di Pisa, occupato per custodire la memoria di un teatro settecentesco, il video “La Memoria” si apre con le parole di Don Luigi Ciotti, che appaiono sullo schermo per poi dissolversi nell’arpeggio di una chitarra: ”Noi abbiamo la responsabilità della memoria, abbiamo il dovere della memoria, che deve essere trasmessa. La memoria ha bisogno però di una scelta, una scelta chiara, radicale… ha bisogno dell’impegno: il miglior modo di fare memoria è impegnarci di più tutti, ricordando chi non c’è più non in modo retorico, ma nella pratica delle scelte.”
L’esordio di Alfonso De Pietro
Ecco perché non poteva esserci per l’esordio de “La Memoria” giorno migliore di quello della manifestazione indetta da “Libera” a Bologna lo scorso sabato, quando un corteo di 200.000 persone, aperto dai familiari delle vittime di mafia, ha attraversato le strade cittadine, per festeggiare i vent’anni dalla nascita dell’associazione e ricordare quanti sono scomparsi nelle stragi e per mano della mafia. Un corteo che culminava nella piazza in cui Don Ciotti, fondatore e Presidente di “Libera”, dal palco declinava l’accezione in cui la memoria va intesa e praticata: “Non basta mettere una targa, intitolare una piazza. Non basta una manifestazione. Questi nomi ci devono scavare dentro, darci la forza e la motivazione, ricondurci all’impegno.”
Questi nomi devono restare impressi sulla pelle, come sui palmi delle mani che si schiudono uno dopo l’altro nel video “La Memoria”. Scolpiti nelle coscienze, come nel simbolico gesto di un’agenda rossa agitata sopra il capo ad imperitura memoria. Devono diventare pratica nella vita di ogni giorno, nell’abbattimento dei “silenzi tenaci” che cuciono la bocca.
De Pietro riesce a portare tutto questo in musica, attraverso sonorità jazz raffinate ed eleganti, dimostrando come l’arte sappia, talvolta, affrontare anche tematiche impegnative, fondendo perfettamente etica ed estetica.
Articoli correlati
E!state Liberi: in tour con De Pietro nelle terre confiscate alle mafie