Pubblicato sabato 28 marzo da Repubblica il sondaggio Demos che presenta anche questo mese le intenzioni di voto ai partiti e le opinioni degli italiani sui leader e sul Governo Renzi. L’Atlante Politico dell’Istituto di Ilvo Diamanti affronta inoltre, in questa occasione, i temi d’attualità della corruzione e delle manifestazioni contro il Governo.
Rispetto al mese di febbraio, il Partito Democratico torna ad arretrare di circa un punto percentuale e si attesta oggi al 36,6%, mentre avanza di poco più di mezzo punto percentuale il Movimento 5 Stelle, ora al 20,4%. Flessione per Forza Italia, accreditata al 13,5% e secondo il sondaggio Demos ancora terza forza davanti alla Lega Nord, pressoché stabile rispetto a febbraio all’11,5%. Mentre l’area di sinistra non subisce variazioni importanti e si attesta al 4,8%, significativa è la crescita di Fratelli d’Italia fino al 4,8%. Infine, il caso Lupi provoca una flessione di un punto e mezzo per NCD-UDC che ora non va oltre il 3,6%.
Come per Renzi, stabile anche il dato relativo al gradimento nei confronti del Governo (46%). Il sondaggio Demos evidenzia anche come sia cresciuto il dato relativo agli elettori del PD dal 79% all’84%, mentre diminuisce il gradimento fra gli elettori degli alleati di governo NCD, UDC e Scelta Civica (-10%) in particolare, ma anche di tutte le forze d’opposizione. Aumenta significativamente, invece, il gradimento verso l’azione di governo fra indecisi e astenuti dal 24% al 34%. Importante, infine, il dato che ci mostra come gli ultimi eventi abbiano rafforzato l’idea che questo governo possa arrivare a fine legislatura: ora lo pensa, infatti, il 42% dell’elettorato.
Arrivando ai temi approfonditi questo mese dal sondaggio Demos, alla luce anche degli ultimi ripetuti scandali, sulla corruzione politica l’opinione di circa metà degli italiani (48%) è che essa sia oggi più diffusa che allo scoppio di Tangentopoli nel 1992. Mentre il 43% ritiene che non sia cambiato granché, soltanto l’8% pensa che la situazione sia migliorata rispetto ad allora.
In un periodo in alcuni momenti monopolizzato dalla discussione attorno al Jobs Act, le manifestazioni contro l’operato del governo in campo economico e la riforma del mercato del lavoro, in particolare, vengono viste favorevolmente della maggioranza degli elettori (56%): il dato più importante è che risulta d’accordo con le proteste anche il 45% dell’elettorato PD, mentre tale dato è superiore ai due terzi nell’elettorato di tutti gli altri partite ad esclusione della Lega Nord dove gli elettori appaiono divisi a metà.
Il leader di questo fronte contrario può considerarsi il segretario FIOM Maurizio Landini, che ha lanciato nei giorni scorsi la sua “Coalizione sociale”, che nelle sue parole vuole essere un progetto politico ma non l’embrione di una nuova formazione politica: come già visto in precedenza il suo gradimento è attualmente del 29%, con il dato più alto fra gli elettori di PD (34%), SEL (34%) e M5S (33%), dato molto simile di particolare significato. Per concludere, anche nell’area di centro o centrodestra, comunque, il gradimento raggiunge o supera di poco il 20%, come arriva un giudizio positivo su Landini da un quarto degli astenuti e indecisi.