Elezioni Nigeria: la notizia è che in Nigeria si è votato. Ci sono state, come previsto, risse, violenze, contestazioni disorganizzazione e il voto è stato prolungato di una giornata…ma si è votato.
Vittoria della democrazia
Nelle scorse elezioni c’erano stati almeno ottocento morti, questa volta (a parte quelli di Boko Haram, nel nord est) gli incidenti si contano sulle dita di una mano.
Certo, queste potrebbero essere “le ultime parole famose”, ma resterebbe il fatto che per due giorni settanta milioni di nigeriani sono andati alle urne, cioè hanno creduto ad un esercizio della democrazia e lo hanno esercitato non certo con standard occidentali, ma sicuramente in modo corretto. E’ una notizia.
Ora il rischio è che alla presentazione dei risultati il candidato perdente e i suoi seguaci, che sono divisi su base geografica e religiosa, non accettino il verdetto. La posta in gioco è altissima e nessuno vuole rinunciare.
Ballottaggio?
Ma, tanto per cominciare, non dovrebbe accadere ora dato che per conoscere quale dei due candidati tra il presidente uscente Goodluck Jonathan e il suo sfidante Muhammadu Buhari, ci vuole un risultato quasi schiacciante altrimenti si va al ballottaggio.
Il risultato quasi schiacciante è che bisogna ottenere il 25% dei voti in almeno il 40% degli stati della federazione. Il ballottaggio sembra scontato dato che i due erano dati, dagli ultimi sondaggi, appaiati nei consensi con forse un lieve vantaggio del presidente uscente.
Per una volta a fine di due giorni di voto in Nigeria non siamo qui a contare i morti ma a fare delle valutazioni politico/elettorali. E’ soprattutto un successo del popolo più che delle due compagini e dei due candidati. Ed è anche una sconfitta di Boko Haram che voleva boicottare le elezioni e non c’è riuscita (pur lasciando a terra qualche decina di morti). E si tratta di una sconfitta più bruciante di una sconfitta militare.