Yemen: continuano i combattimenti nel sud dello Yemen dove si fronteggiano milizie Houthi e forze fedeli al Presidente Hadi. Quinto giorno di raid aerei da parte dei sauditi.
La determinazione saudita
Neib Al Arabi, capo della Lega Araba, ha dichiarato fermamente che i raid aerei contro le posizioni degli Houthi non finiranno finché le milizie sciite ribelli non decideranno di ritirarsi.
“Lo Yemen è sull’orlo dell’abisso – ha detto Al Arabi in occasione dell’ultimo incontro della Lega Araba – falliti i tentativi di risolvere pacificamente il conflitto, si è reso necessario l’intervento militare”. La campagna saudita sta incontrando l’ampio sostegno dei partner sunniti.
Forza araba congiunta
D’altra parte, Riad ha fatto un passo indietro sulla possibilità di dare il via all’operazione di terra in Yemen che, negli scorsi giorni, sembrava inevitabile: “finora abbiamo raggiunto i nostri obiettivi per mezzo della campagna aerea” ha detto Adel Al Jubair, ministro degli Esteri saudita.
Tuttavia, “I leader arabi si sono accordati sulla formazione di una forza militare congiunta” ha annunciato il Presidente egiziano Al Sisi, sempre durante l’ultimo vertice della Lega Araba. Arrivando a contare fino a 40mila uomini e, in un’ottica di “difesa comune”, ancora prima che in Yemen, potrebbe intervenire rapidamente contro la minaccia rappresentata dall’Isis, ha lasciato intendere Al Sisi.
Scelte illogiche
Secondo Marwan Bishara, analista di Al Jazeera, l’annuncio della formazione della “Forza araba congiunta” dimostra ancora una volta l’approccio illogico dei leader mediorientali alle crisi regionali: a un eccesso di violenza senza precedenti (Siria, Iraq, Libia e adesso Yemen) la Lega Araba riesce a rispondere unicamente sul piano militare, scrollandosi di dosso le responsabilità politiche riguardanti la terribile situazione che ha contribuito a realizzare.
Ma – dice Bishara – ponendo il caso che questa forza congiunta diventi operativa: visto che è impensabile un impiego diretto contro l’Iran o contro Israele (gli “avversari” diretti della Lega nel contesto mediorientale) sarebbe chiamata a combattere unicamente guerre “asimmetriche”. In mancanza di mezzi, preparazione ed esperienza adeguate l’iniziativa militare unificata potrà solo peggiorare lo scenario mediorientale.