Due sentenze di assoluzione nella stessa mattina. Valle d’Aosta e Abruzzo. 24 consiglieri valdostani sono stati assolti in primo grado dall’accusa di peculato, finanziamento illecito dei partiti e indebita percezione di contributi pubblici. Il secondo verdetto, invece, riguarda Luciano D’Alfonso (e altri 17), governatore dell’Abruzzo, già assolto in primo grado (11 febbraio 2013) e ora anche in Appello dall’accusa di corruzione nell’ambito dell’inchiesta “Housework”, un sistema di tangenti sugli appalti del Comune di Pescara, che lo aveva portato alle dimissioni da sindaco il 16 dicembre 2008(poi ritirate un mese dopo).
Giustizia, Valle d’Aosta 24 consiglieri assolti in primo grado
Più di diecimila pagine di documentazioni non sono riuscite a portare ad una condanna, almeno in primo grado. Tranne Francesco Salzone, capogruppo della Stella Alpina tra il 2008 e il 2012, che lo scorso luglio ha patteggiato un anno di reclusione per il reato di peculato per 123 sui 314mila euro totali di contributi pubblici che spettavano al suo gruppo. Oggi, in primo grado, gli altri 24 consiglieri sotto processo sono stati tutti assolti. L’indagine riguarda la tredicesima legislatura (2008-2012) e ne fanno parte tutti i partiti rappresentati in Consiglio Regionale: Partito Democratico, Union Valdotaine, Alpe, Fedèration Autonomiste, Popolo della Libertà…L’udienza preliminare era iniziata venerdì 27 febbraio e proseguita per 8 giornate spettanti agli avvocati di ogni gruppo consiliare. L’accusa rappresentata da Marilinda Mineccia, procuratore capo di Aosta, nella replica di oggi aveva chiesto condanne per 30 anni di carcere complessive e multe per 600mila euro. Dopo la sentenza, è arrivato proprio il commento della Mineccia: “Bisognerà capire, bisognerà leggere le motivazioni tra quaranta giorni” perché “ il giudice ha dato un’interpretazione univoca per tutti, quella che per il mio ufficio è stata ritenuta situazione di reato evidentemente in radice dal giudice è stata ritenuta o non reato o mancanza dell’elemento soggettivo”.
Giustizia, governato Abruzzo assolto in appello
Dopo due anni dall’assoluzione di primo grado, arriva la conferma della Corte d’Appello. Luciano D’Alfonso, governatore dell’Abruzzo, è assolto nell’inchiesta sulle presunte mazzetta negli appalti pubblici del Comune di Pescara. Nel 2008 il sindaco era stato arrestato con l’accusa di concussione ma tre anni dopo il Gup di Pescara aveva prosciolto D’Alfonso per 3 capi di accusa (2 di concussione e uno di corruzione). Anche gli altri 17 imputati sono stati assolti. La Corte d’Appello dell’Aquila, presieduta dal giudice Luigi Catelli e dai giudici a latere Aldo Manfredi e Armanda Servino, ha assolto gli imputati con il secondo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale per cui “il giudice pronuncia sentenza anche quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l’imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato è stato commesso da persona imputabile”. Il governatore dell’Abruzzo ha infine ringraziato la magistratura “per aver sottoposto a scrupolosa validazione e approvato il mio operato da sindaco di Pescara” anche se “resta il rammarico per l’interruzione di un percorso amministrativo riconosciuto a tutti i livelli e che stava dando frutti preziosi per la città”.
Giacomo Salvini