L’Unità, l’editore Veneziani: “Gramsci è il passato, ora nuovo prodotto”
“Sarebbe bello, sarebbe fantastico” riportare l’Unità nelle edicole il 25 aprile prossimo. Lo afferma Guido Veneziani, nuovo editore del quotidiano fondato da Antonio Gramsci, in un’intervista al Fatto Quotidiano. “Per riuscirci ho provato a indossare la tuta di Capitan Power– assicura Veneziani– ma non so se basterà”. In tal caso, l’Unità tornerebbe in edicola un mese dopo il via libera del Tribunale fallimentare di Roma che ha autorizzato il salvataggio della storica testata. Lo aveva annunciato proprio una settimana fa il tesoriere del Partito Democratico, Francesco Bonifazi, con un tweet giulivo: “Buone notizie per giornalisti e lettori: via libera del Tribunale alla riapertura dell’Unità! Anche questa è #lavoltabuona”. Il quotidiano del Partito Democratico aveva sospeso le pubblicazioni lo scorso 1 agosto con un titolo emblematico: “Hanno ucciso l’Unità”.
L’Unità, Veneziani: “Bisogna andare incontro alle persone”
Guido Veneziani, dopo un anno di travagliate trattative e offerte respinte, sarà il nuovo proprietario. Torinese, 41 anni, editore di riviste gossippare come Vero e Stop ha fatto arricciare il naso a non pochi nell’alveo della sinistra che fu. Il quotidiano di Gramsci, Togliatti, Ingrao e Berlinguer in mano al paparazzo de noantri, si è detto. Sarà, ma Veneziani si è già calato nella nuova avventura. “Bisogna andare incontro al gusto delle persone– è il punto centrale dell’intervista rilasciata all’ex giornalista proprio dell’Unità di Padellaro, Alessandro Ferrucci– ci sarà la politica, l’economia, tutte le parti storiche, più altre innovative”. Anche “tette e culi” quindi, chiede Ferrucci? “Vendono anche i personaggi nati e idealizzati dalle televisioni, i loro amori e il loro tradimenti”. Può darsi, quindi. Si definisce “di sinistra” anche se con il lavoro “mi sono distratto”. Nel 2013, ha votato M5S, ma oggi voterebbe “lui”, cioè Renzi. A chi lo contesta per il suo curriculum, Veneziani risponde: “se il giornale ha chiuso è perché non incontrava più il gusto della gente” e anche se “Gramsci ha scritto pagine importantissime e attuali” non si può “portare avanti un rendiconto nostalgico di tempi che non esistono più”. Giù il sipario. Ultima questione: il direttore. Veneziani non si sbilancia e potrebbe “uscire domani dopo il CdA” anche se “l’idea è quella di un uomo”. Ma i nomi in lizza girano da tempo: Maria Teresa Mieli del Corriere, Stefano Menichini di Europa e Gaia Tortora di La 7. Oppure una sorpresa dell’ultimo minuto.
L’Unità, tutti i dettagli dell’operazione
Il tribunale di Roma ha accettato il piano editoriale di Veneziani che prevede l’affitto del ramo d’azienda (10 milioni) insieme alla Fondazione Eyu, facente capo al Pd che partecipa per il 5%. A dicembre è prevista un’asta per l’acquisizione definitiva. L’offerta accettata prevede l’assunzione di 25 giornalisti su 56 (più 4 poligrafici): 16 con un rapporto di lavoro dipendente (10 a Roma e 6 a Milano) e 9 con un rapporto di collaborazione tra Roma, Milano, Firenze e Bologna. I 25 giornalisti saranno scelti dal direttore appena nominato dal Consiglio d’Amministrazione. Nonostante il salvataggio de l’Unità, però, Guido Veneziani deve affrontare anche un’altra questione molto spinosa. Nel 2012 infatti ha rilevato la stamperia di Roto Alba (Cuneo) che, dopo due anni di attivo, nel 2013 ha chiuso con un passivo di 1,8 milioni e di 12 milioni nel 2014. E tra i creditori ci sono circa 140 lavoratori a cui non arriva la busta paga da parecchio tempo. “Situazione complessa ereditata quando abbiamo acquisito Roto Alba nel 2012” ha derubricato Veneziani che, però, continua ad investire.
Giacomo Salvini