La “busta arancione“, un’innovazione del sistema pensionistico più volte annunciata e mai attuata, sembra invece essere diventata una realtà concreta per la riforma delle pensioni. Entro l’autunno 2015, infatti, l’Inps farà sapere a 10 milioni di italiani quando potranno andare in pensione, e soprattutto quanto, prevedibilmente, potranno percepire una volta terminata l’attività lavorativa.
Pensioni, un progetto lanciato da Boeri
Il progetto, originariamente lanciato da Boeri, ha un parziale ritorno alle origini, giacché la grande parte dei lavoratori interessati avrà accesso ai dati di suo riferimento attraverso un codice Pin dell’Inps, e quelli che invece, per svariati motivi, non potranno controllare tramite questo sistema pin (circa 2,8 milioni di persone) riceveranno a casa una vera e propria busta cartacea con le medesime informazioni.
Il lavoro, in sostanza, si basa su soddisfacenti sperimentazioni portate avanti negli ultimi tempi, su un bacino totale di circa 24 mila cittadini (in due spezzoni di eguale misura), che evidentemente hanno dato esiti positivi. In quelle occasioni, i cittadini erano stati selezioni per fascia d’età (under 40, tra i 40 ed i 50 ed infine 60).
L’opportunità di avere un quadro generale della propria situazione pensionistica, per quanto indubbiamente soggetta ad approssimazioni dovute al fatto che si tratti appunto di semplici previsioni, rappresenta comunque un notevole vantaggio per il lavoratore italiano, e ciò per un semplice motivo: la possibilità di trarre conclusioni sul proprio futuro basandosi su stime e previsioni derivate dal lavoro attuale, e su quelle operare delle decisioni che vadano a nostro vantaggio.