Pubblica amministrazione, la riforma passa da Madia a Boschi?
Sarà Maria Elena Boschi d’ora in poi ad occuparsi della riforma della Pubblica amministrazione? Secondo quanto riportato da Italia Oggi, Matteo Renzi “ha deciso di commissariare nei fatti” il ministro Marianna Madia, affidando quella riforma che qualche mese fa definiva come “Rivoluzione Copernicana” alla titolare delle Riforme e dei Rapporti col Parlamento.
Per Madia tempo scaduto?
Cosa fa pensare che il premier abbia in mente di affidare una riforma già cominciata da Madia a Maria Elena Boschi? In primo luogo, il fatto che la giovane parlamentare romana stia impiegando troppo tempo perché, come spiega Italia Oggi, “in 14 mesi non ha combinato quasi nulla”, diventando una delle “rappresentazioni antropologiche del renzismo che tentenna”.
Quindi, il fatto che la riforma della Pubblica amministrazione con la “sua modernizzazione radicale” della burocrazia italiana sta diventando la “madre di tutte le partite del governo Renzi”, rappresentando “la cartina di tornasole vera della capacità riformista del renzismo di governo”. La sfida, dunque, su cui il premier intende puntare dopo aver portato praticamente a casa sia la riforma costituzionale che quella elettorale.
In terzo luogo, il fatto che Maria Elena Boschi, intervenuta sabato a Cernobbio al convegno di Confcommercio, abbia parlato, tra le altre cose, della necessità di dover portare a termine anche la riforma della Pubblica amministrazione.
Ministero alla ricerca del nuovo direttore dell’Agid
Nel frattempo, il dipartimento della Funzione pubblica ha già proceduto ad avviare la selezione per il nuovo Direttore generale dell’Agenzia Italia per il Digitale, dopo l’addio di Alessandra Poggiani, che si è dimessa perché candidata a sostegno di Alessandra Moretti nelle liste del Partito Democratico alle elezioni regionali del 31 maggio, in Veneto. Una discesa in campo che, secondo Italia Oggi, rappresenterebbe “le impronte digitali che provano, al di là di ogni dubbio, che la sua scelta fu pura lottizzazione di partito”.
In effetti, come spiega il quotidiano, la nomina della Poggiani, otto mesi fa, era stata contestata, con il deputato del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio che aveva presentato un’interpellanza rimasta senza risposta in cui veniva chiesto l’accesso agli atti di procedura della nomina.