Via libera del Senato all’autorizzazione a procedere per Altero Matteoli, indagato dalla procura di Venezia nell’ambito della vicenda Mose, che l’anno scorso portò all’arresto – tra gli altri – dell’ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni e di Giancarlo Galan. Quest’ultimo, nonostante abbia patteggiato una pena di 2 anni e 10 mesi, riveste ancora il ruolo di Presidente della Commissione Cultura alla Camera dei Deputati.
Matteoli è accusato dai pm veneziani di corruzione in atti d’ufficio per aver intascato prima da Giovanni Mazzacurati e poi da Piergiorgio Baita (entrambi imputati) due tangenti dal rispettivo valore di 400mila e 150mila euro, con lo scopo – secondo l’accusa – di procurare appalti al Consorzio Venezia Nuova. I reati sarebbero stati commessi negli anni in cui Matteoli era ministro, ovvero dal 2001 al 2006, periodo in cui Matteoli era a capo del dicastero dell’Ambiente, e dal 2008 al 2011, quando ricopriva l’incarico di ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Matteoli: “Non intendo patteggiare”
Il senatore di Forza Italia ha dichiarato di non essere intenzionato a patteggiare e di volersi difendere nel processo e “non dal processo”. L’ex ministro ha dunque sollecitato l’assemblea ad accogliere la proposta della Giunta per le immunità parlamentari, concedendo l’autorizzazione a procedere: “Sono qui a chiedere che sia data l’autorizzazione e invito ad evitare qualsiasi iniziativa che possa far sorgere ombre. Non voglio uscire da questa vicenda perché non c’è stata l’autorizzazione a procedere ma andando a processo e sottoponendomi alla giustizia”, ha detto Matteoli nell’Aula di Palazzo Madama.