“Difendo D’Alema nel merito, però resta un comunista, il classico burocrate comunista, un furbacchione, uno inaffidabile. E’ uno arrogante della sua presunta superiorità etica. Quello che gli è successo gli sta bene, chi di intercettazioni ferisce di intercettazioni perisce”. Lo dice Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, a La Zanzara su Radio 24. “L’uomo più antipatico della politica italiana”, lo definisce Sallusti. “D’Alema non può stupirsi adesso – dice alla Zanzara – e anche se non è il peggiore dei giustizialisti con le intercettazioni ci ha marciato come gli altri. Una volta disse ‘sta arrivando la scossa’, i suoi amici magistrati lo avevano avvisato che stava arrivando lo sputtanamento di Berlusconi col caso D’Addario”. “Con il mondo dei magistrati – dice Sallusti a Radio 24 – ci ha sguazzato, alcuni li ha tolti dalle procure e li ha messi a fare i sindaci tipo a Bari. Emiliano indagava su D’Alema sul caso Arcobaleno quando era presidente del Consiglio, archivia l’inchiesta e 6 mesi dopo viene candidato da D’Alema a fare il sindaco di Bari”.
La moglie di D’Alema: “Lavoriamo onestamente”
“In genere sono molto inclusiva, ma ora sono molto dispiaciuta di come la stampa sta trattando l’argomento. Inoltre, non darei maggiori informazioni di quelle che si possono trovare sul sito”. Così risponde Linda Giuva, moglie di Massimo D’Alema, all’inviato di Repubblica che chiede di visitare la proprietà La Madeleine dove i D’Alema producono vino. “Anche io – dice Linda Giuva – vorrei fare il mio lavoro di produttrice di vino, onesta e laboriosa, senza dover essere inseguita da insulti e basse insinuazioni”. Alla domanda se non sia comunque pubblicità, la moglie dell’ex premier replica: “Infatti, abbiamo avuto in queste ore un’impennata di ordini inimmaginabile. Ex malo bonus”.