Dopo il via libera di Palazzo Madama sul disegno di legge Anticorruzione, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Rodolfo Sabelli parla della nuova norma, promuovendola solo in parte e chiedendo una lotta al meccanismo corruttivo ancora più incisiva.
Sabelli: “Un passo in avanti, ma non basta”
Intervistato, questa mattina, dal quotidiano romano la Repubblica, Sabelli ha parlato di “un passo in avanti”, soprattutto quel che concerne la normativa sul falso in bilancio. Tuttavia, il presidente dell’Anm ha, però, sottolineato come questa legge da sola non basti nella lotta alla corruzione. Il magistrato, infatti, sostiene che “sarebbe stato più utile rafforzare gli strumenti di indagine, semplificando il processo, riformare la prescrizione piuttosto che limitarsi ad un aumento delle pene”.
Proprio nell’ambito delle indagini, infatti, Sabelli ha sottolineato come “per la corruzione non sarà possibile utilizzare gli strumenti di indagine della mafia” e che “non si potranno fare intercettazioni per le società non quotate” nell’ambito del nuovo reato di falso in bilancio.
Proprio le intercettazioni sono un tema caldo, su cui, adesso, si sta concentrando anche la commissione per la revisione della normativa antimafia. L’intervento riguarda l’introduzione di un quarto comma all’articolo 271 del Codice di Procedura Penale, che vieterebbe la trascrizione integrale negli atti dell’Autorità giudiziaria di conversazioni telefoniche o altre forme di comunicazioni, salvo esse non siano “rilevanti ai fini di prova”. In questa maniera, la commissione presieduta da Nicola Gratteri potrebbe arrivare all’eliminazione del doppio regime previsto, oggi, per le intercettazioni, generalizzando “quasi pedissequamente a tutte le fattispecie di reato” quello speciale, che è previsto per “i reati di criminalità organizzata.
Di Maio: “Ci vuole una procura nazionale anticorruzione”
Pur non parlando direttamente della legge, anche il vicepresidente della Camera dei Deputati Luigi Di Maio ha sottolineato che nella lotta alla corruzione si deve fare di più. Per il membro del direttorio del Movimento Cinque Stelle, infatti, è necessaria una procura nazionale che tratti esclusivamente i casi di corruzione.
“Se esistesse dovrebbe seguire il filo conduttore o delle cooperative o dei reati di corruzione per riuscire a trovare i grandi scandali in Italia legati alle tasse dei cittadini che vanno in tangenti o in sprechi” ha spiegato Di Maio che, oggi, ha incontrato a Napoli i procuratori aggiunti D’Avino e Frunzio, che stanno indagando sulle tangenti ad Ischia.
“Abbiamo ricostruito un dossier, con un atto depositato oggi in procura, così come già fatto col procuratore Roberti, in cui si scopre che nei grandi scandali c’è sempre una cooperativa, un politico corrotto e un’organizzazione criminale” ha affermato Di Maio a margine dell’incontro, aggiungendo che “per seguire questo intreccio, bisogna seguire il filo rosso delle cooperative”.