“Mi sento di tranquillizzare gli addetti delle Province”. Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni, prova a stemperare i toni degli ultimi mesi. Dal 3 aprile dello scorso anno– data di approvazione definitiva del disegno di legge sul riordino di città metropolitane e province– la questione su tutti i tavoli di lavoro è stata: che fine faranno i circa 20mila dipendenti eccedenti? Così la riforma Delrio, tra burocrazia e cavilli normativi, non è ancora effettiva. Da ieri infatti doveva partire l’operazione mobilità per gli esuberi. Ma nulla è ancora successo. “Le regioni italiane sono disponibili ad affrontare la riforma e il riordino degli enti locali ma chiedono al governo di mettere sul tavolo le risorse necessarie per gli addetti delle province” ha dichiarato lo stesso Chiamparino al termine della Conferenza delle Regioni.
La riforma delle Province
3 aprile 2014. 260 favorevoli, 158 contrari e 7 astenuti. La riforma Delrio passa a Montecitorio con lo stesso articolato di Palazzo Madama. E’ legge. Le province diventano città metropolitane: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Bari, Reggio Calabria più Roma e quelle legate alle Regioni a Statuto speciale, quindi Palermo, Catania, Messina e Cagliari. Non ci sono cambiamenti territoriali: le città metropolitane coprono lo stesso territorio delle ex province. Il sindaco metropolitano è di diritto il sindaco del comune capoluogo, svolge l’incarico a titolo gratuito e presiede due assemblee, non più elettive: il consiglio metropolitano, come organo di controllo, indirizzo e approvazione del bilancio, e la conferenza metropolitana, organo deliberativo. In realtà molti parlano di bluff visto che alla fine dell’anno, molte province verso lo scioglimento hanno continuato ad assumere dipendenti con lauti stipendi. E la questione degli esuberi è ancora sul tavolo.
Province, gli incontri tra Governo e Regioni
8,9 e 14 aprile. Tre date per tre bilaterali tra Governo e Regioni per discutere del tema. Lo ha affermato in mattinata Sergio Chiamparino che, oltre a ribadire la “disponibilità delle regioni” ha anche chiesto al governo di fare chiarezza sulle competenze dei consigli regionali così da poter “quantificare le risorse” anche se, ha rassicurato il governatore del Piemonte, “non credo che si tratti di molti milioni di euro”. Non poteva comunque mancare una frecciata, seppur lieve, al governo dopo gli scontri successivi alla legge di stabilità 2015: “è importante in questo momento che tra Governo e Regioni che non si attui il gioco del cerino, come accade certe volte, soprattutto quando si parla di legge di stabilità. Del resto su questa partita pesa il taglio da 1 miliardo inferto sulle Province, allo stesso modo del miliardo di euro che anche noi come Regioni avevamo chiesto al governo come sconto”.
Giacomo Salvini