Grecia: Samaras propone a Tsipras un governo di unità nazionale per rimanere nell’Euro. L’uscita dalla moneta unica, però, non è più così remota. Putin alla finestra.
La proposta di Samaras
“Se il piano è quello di rimanere nella zona Euro – ha dichiarato Antonis Samaras, ex premier greco e leader di Nea Demokratia – forniremo il nostro supporto” perché “l’uscita sarebbe una catastrofe totale”. Con queste parole, rilasciate durante un’intervista a Bloomberg, Samaras tende la mano ad Alexis Tsipras proponendo il varo di un governo di unità nazionale pro-salvataggio.
La risposta del governo greco, per bocca di Gabriel Sakellaridis, portavoce del premier, è stata: “lo scenario prefigurato dal Signor Samaras e dai suoi spalleggiatori in Grecia e all’estero è destinata a rimanere il sogno di una notte di mezza estate”.
Grexit? No problem
La Grecia ben presto potrebbe scontrarsi con la realtà drammatica del default se non convincerà i creditori internazionali con un piano dettagliato di riforme. Se tale possibilità ha finora seminato il panico sull’asse Atene-Bruxelles, adesso non appare più come la “fine del mondo”. In tal senso si è espresso ultimamente Warren Buffet, influente multimiliardario americano, che ha detto “l’uscita della Grecia dall’Euro potrebbe essere una cosa positiva per l’euro”.
“Ho sempre pensato che l’Euro avesse dei problemi strutturali sin dall’inizio – ha proseguito Buffet – ti puoi adattare ai problemi strutturali, alcuni paesi non si adatteranno e usciranno”. In sostanza: “Non è necessario che i membri della Zona Euro rimangano sempre quelli di oggi”.
Piano B
La possibilità dell’uscita dall’Euro non fa tremare più neanche Atene, almeno a quanto riferiscono dal Der Spiegel. Secondo la rivista tedesca Tsipras è pronto a chiedere a Putin di sostenere in modo formale l’economia greca: la prossima settimana i due si incontreranno a Mosca, sul tavolo la riduzione del prezzo del gas e la revoca dell’embargo alimentare.
Con tutta probabilità Mosca non si lascerà scappare la possibilità di poter acquisire un certo peso in Europa. Come riporta il blog Zerohedge: “Questa può essere un’opportunità per Mosca di condurre una quasi-annessione con un prestito (anziché con la forza) e inoltre, tutti i soldi spediti in Grecia alla fine torneranno indietro a Mosca comunque, perché tutto quello che Atene riesce a racimolare per pagare il FMI verrà in pratica girato direttamente a Kiev che è in bancarotta tanto quanto la Grecia, e deve pagare Gazprom al più presto per continuare a ricevere gas, con Gazprom che girerà prontamente i fondi nel caveau personale di Putin”.