Stranieri il 21% dei carcerati, ma ergastolani e omicidi sono italiani
E’ tanto il clamore sui 170 mila stranieri arrivati nel 2014 tramite gli sbarchi in Sicilia, un numero molto maggiore di quelli degli anni precedenti, la principale preoccupazione è sempre stata quella legata alla criminalità che gli stranieri porterebbero. Per ora del 2014 si sa quello che il ministro dell’interno Alfano aveva dichiarato, ovvero di un calo dei reati del 7%, dato che già contraddirebbe il pregiudizio che lega un aumento degli stranieri all’aumento dei reati.
Vediamo però più in profondità la questione degli stranieri reclusi, quelli che affollano le nostre carceri. Da dove vengono, quanti sono e che reati hanno commesso?
Il Portale Integrazione Migranti ha dato per la fine del 2014 i seguenti numeri:
– 1.737.000 i detenuti in Europa, di cui il 21% stranieri (con picchi del 74,2% in Svizzera, del 46,75% in Austria e del 42,3% in Belgio)
– 17.462 gli stranieri detenuti in Italia, ovvero il 32,56% dei detenuti totali.
Vediamo subito che la proporzione di stranieri tra i carcerati italiani è più alta della media europea.
Da un lato il fenomeno immigrazione è molto più recente nel nostro Paese e non si è ancora realizzata una integrazione paragonabile a quella francese, inglese e tedesca, e ancora per molto dovremo veder tali squilibri, considerando anche però che la percentuale di detenuti sulla popolazione nel complesso è sotto la media in Italia.
Stranieri: quali le nazionalità più presenti tra i detenuti?
L’Osservatorio Antigone, che si occupa dei problemi delle carceri ha stilato delle statistiche molto interessanti, innanzitutto sule comunità di stranieri più presenti nelle carceri, in termini di detenuti per abitante.
Vediamo che se in valore assoluto sono più i rumeni degli albanesi tra i detenuti, il tasso di detenzione è maggiore tra gli albanesi che sono meno presenti tra la popolazione.
I dati in ogni caso sono questi:
Si noti come il tasso di detenzione dei filippini è addirittura inferiore a quello degli italiani, che è 62.
Le differenze tra comunità di stranieri sono enormi, e certamente dipendono dalla composizione di genere, dal livello di integrazione, dal tipo di lavoro che gli stranieri in questione trovano o meno.
E’ evidente che le comunità con più donne, come quella filippina, o cinese o ucraina avranno una tendenza a delinquere enormemente inferiore, soprattutto se la principale occupazione è in ambiti che favoriscono la fiducia reciproca con gli italiani, come il lavoro domestico.
E’ anche una questione di età, come si vede di seguito, sempre grazie all’ Osservatorio Antigone, i detenuti stranieri sono addirittura maggioranza assoluta sotto i 29 anni!
E’ chiaro come tra i giovani anche gli stranieri siano più di quel 7% medio circa della popolazione totale, ma naturalmente è chiaro che conta anche il fatto che gli stranieri giovani sono soprattutto uomini, e che i reati di cui si macchiano sono in massima parte (almeno in valore assoluto) quelli legati alla droga e alla piccola delinquenza, tipicamente giovanili.
Agli stranieri quasi il monopolio dello sfruttamento della prostituzione
Quali sono i reati di cui si macchiano maggiormente gli stranieri?
Come si vede a parte l’ovvia predominanza nel contestato reato sulla legge sull’immigrazione, vi è una pesante presenza straniera nella prostituzione, nella droga, ma non significativamente in alcuni reati gravissimi come l’associazione di stampo mafioso, al 98,4% di appannaggio degli italiani.
Ciò si riflette anche nelle differenze nella durata delle pene comminate tra italiani e stranieri:
Per i reati oltre i 20 anni e per gli ergastoli la media degli stranieri è analoga a quella presente tra la popolazione libera.
Se consideriamo che appunto gli stranieri tendono a essere più presenti tra quelle categorie più propense alla delinquenza, ovvero gli uomini e i giovani, dobbiamo prendere atto addirittura di una minore propensione degli immigrati a compiere reati gravi rispetto agli italiani.
E tuttavia verso gli stranieri vi sono minori misure alternative al carcere, se volessimo creare come ha fatto l’Osservatorio Antigone, un indice della fiducia verso i detenuti di varie nazionalità, basato sulla tendenza a concedere le misure alternative, otterremo questi risultati:
La difficoltà di trovare un lavoro alternativo, di indicare un domicilio, ma anche la minore dimestichezza con le possibilità che la legge offre da parte degli stranieri, in particolare nordafricani e dell’Est, creano questo effetto paradossale: compiono reati meno gravi ma possono godere meno delle misure alternative.
Sarà basilare osservare quello che succederà nei prossimi anni, quando per esempio saranno meno gli anni residui di detenzione rimasti per molti stranieri in carcere, ma ancora più importante sarà monitorare il grado di integrazione degli stranieri stessi e come questo potrà diminuire la loro tendenza a delinquere.