Cottarelli e il suo progetto di taglio dei costi della politica: i comuni
E alla fine i famosi pdf sulla spending review di Cottarelli sono stati diffusi, con più di un anno di ritardo sono stati resi pubblici.
Sia beninteso, il grande pubblico come spesso accade a malapena sapeva della loro esistenza ed era coinvolto nel dibattito, ma in tempi di clausole di salvaguardia riguardanti l’IVA e nuove ipotesi di interventi fiscali o sulle pensioni, la spending review diviene un argomento centrale, tanto che su questa sembra volersi concentrare il governo prossimamente, fino a riuscire a racimolare 10 miliardi.
Uno dei molti ambiti in cui Cottarelli si concentrato è quello dei possibili risparmi sui comuni.
E’ subito evidente il peso sulla spesa totale dei costi dei comuni più piccoli, al di sotto dei 10 mila abitanti soprattutto, sia dal punto dei costi di funzionamento che delle indennità per sindaci e consiglieri comunali
Di fatto come vediamo di seguito dal grafico proveniente dal report di Cottarelli nei comuni sotto i 5 mila abitanti vi è più della metà degli amministratori locali italiani, mentre in quelli sotto i 10 mila (o i 15 mila, a seconda delle stime), vi è il 50% della spesa totale per gli amministratori stessi, mentre la mediana della popolazione è a poco meno di 30 mila abitanti.
E’ evidente che la spesa per questi comuni più piccoli è più che proporzionale rispetto a quelli maggiori.
Un’altra evidenza messa in luce dagli studi di Cottarelli è che la spesa per la sola macchina amministrativa supera nei comuni minori quella per i servizi effettivi alla popolazione, riguardanti la polizia municipale, o la cultura o l’istruzione:
Negli ultimi decenni l’Italia assieme alla Francia è stato tra i Paesi più refrattari alla riduzione del numero di comuni, come vediamo nella tabella di seguito, al contrario della Grecia che ha radicalmente tagliato le municipalità con la crisi economica, oppure della Germania e dell’Inghilterra che le hanno dimezzate negli ultimi 20 anni:
La proposta di risparmio di Cottarelli
Cosa propone dunque Cottarelli?
Le direzioni sono molte, vanno da
– una riduzione del numero dei comuni stessi, attraverso le fusioni al di sotto di un certo numero di abitanti,
– alla decurtazione degli emolumenti agli amministratori
– alla diminuzione del numero dei consiglieri e degli assessori
– all’eliminazione dell’indennità di fine mandato per i sindaci
E’ alla sinergia di queste varie operazioni che si mira per raggiungere cifre di risparmio significative.
Innanzitutto le stime effettuate sulle fusioni dei comuni danno già delle stime di risparmi interessanti: se consideriamo la fusione solo dei comuni sotto i 5 mila abitanti si avrebbe l’eliminazione del 44% dei comuni delle regioni a statuto ordinario e risparmi tra i 43 milioni e i 73 milioni, che diventano tra i 60 e i 98 milioni se consideriamo l’eliminazione dei comuni sotto i 10 mila abitanti.
L’altra strada è naturalmente quella della riduzione del numero di consiglieri comunali e assessori, in parte già in atto dopo le riforme del governo Monti. Di seguito le ipotesi di risparmio di Cottarelli che sono tra i 44 e i 60 milioni:
Analoghi risparmi si ottengono solo dall’eliminazione dell’indennità di fine mandato dei sindaci, del resto, mentre tra i 26 e i 46 milioni di euro sono i risparmi per la decurtazione del 10% degli emolumenti della giunta comunale e del 20% per i consiglieri.
Mettendo insieme tutte queste operazione, tra cui la maggiore appare essere la fusione di comuni, Cottarelli ipotizza un risparmio totale medio di poco meno di 160 milioni di euro come vediamo sotto:
Attenzione però: questi calcoli non consideravano tre regioni a statuto speciale, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta, che godono di una sorta di immunità dalle leggi nazionali e larga autonomia nella determinazione del numero di consiglieri comunali e negli emolumenti.
Basti vedere l’enorme aumento nella remunerazione di assessori e consiglieri comunali in Trentino Alto Adige rispetto al resto d’Italia:
Veri e propri raddoppi rispetto al resto d’Italia
Cottarelli ipotizza allora quali sarebbero i risparmi visti prima se si potessero applicare anche a queste tre regioni ora escluse le riforme, le fusioni di comuni, le decurtazioni degli emolumenti, si raggiungerebbe, solo dal lato comuni, i 275 milioni di risparmi
Queste sono tuttavia solo ipotesi, questi risparmi saranno possibili solo con la volontà politica, che è un fatto molto poco tecnico, ma di realizzazione più difficile: si tratta per esempio di scardinare il sistema delle autonomie locali che sono divenute nei decenni privilegi, di scontentare un ceto politico locale che è alla base del consenso anche per i partiti a livello nazionale. Sarà responsabilità del governo, quello stesso per che ha deciso di non servirsi più di Cottarelli, agire.