Una marcia contro la povertà e per il reddito di cittadinanza: è la nuova iniziativa lanciata dal blog di Beppe Grillo.
I dettagli ancora non sono noti, ma il prossimo evento sta rimbalzando su tutti i social. Probabilmente si terrà a maggio, in concomitanza con la campagna elettorale per le regionali.
A maggio in un luogo simbolo
“E’ inaccettabile che in Italia ci siano 10 milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà”, lo ha scritto il comico, portavoce del MoVimento 5 Stelle sul suo blog. Per approvare il reddito di cittadinanza “il M5S sta organizzando una marcia a livello nazionale”, contro la povertà e la sfiducia con un obiettivo preciso e tangibile: una legge sul reddito di cittadinanza. La scelta del luogo forse ricadrà su alcuni luoghi simbolo, come un cammino per la pace tra Perugia e Assisi o una manifestazione tra Palermo e Capaci. Così rivela il Corriere della Sera: una decisione che i parlamentari grillini stanno ancora valutando.
Perché il reddito di cittadinanza
In un altro post sul blog, firmato dai senatori cinque stelle, si elencano dati e numeri sulla sfiducia crescente nel paese: “la ripresa dell’economia e l’ottimismo di famiglie e imprese esiste solo nelle favole di Renzi e dei suoi ministri”. Il motivo principale di questa battaglia è l’aumento impressionante dei cittadini al di sotto della soglia di povertà assoluta. Come scritto sul blog, certificato dai dati Istat del 2013 “i poveri assoluti sono sei milioni, ovvero il 10% della popolazione, mentre tra assoluti e relativi si raggiunge il vertice impressionante dei 10 milioni (16,6% della popolazione)”.
La proposta del movimento è un reddito di cittadinanza di 780 euro al mese garantiti “a chi non raggiunge una soglia minima di sopravvivenza”. Nell’Unione Europea solamente Italia, Grecia e Ungheria non hanno un sistema simile. Per Grillo “si tratta di un vero piano di lavoro e di diritti sociali”, che “inauguri l’era del reddito di cittadinanza, per ridare dignità agli italiani e per rilanciare la spesa”. Un’impresa ritenuta possibile anche in base al dialogo aperto con il Partito Democratico sul reddito minimo.