Italicum, Guerini (Pd): “Resta cosi com’è”

Pubblicato il 7 Aprile 2015 alle 11:33 Autore: Gabriele Maestri

Lorenzo Guerini non lascia spazio ad equivoci ed ribadisce che l’Italicum sarà approvato “così com’è”. A nulla sono valse le ultime dichiarazioni di Pierluigi Bersani o i tentativi di mediazione di esponenti della minoranza come quello del capogruppo Roberto Speranza di cui abbiamo dato conto nei giorni scorsi.

Il vice di Renzi Guerini è categorico: “La riforma elettorale è stata già modificata in più punti a Palazzo Madama rispetto al testo approvato in prima lettura dalla Camera, e si tratta di modifiche chieste dalla minoranza del Pd: l’innalzamento della soglia per far scattare il ballottaggio dal 37 al 40% e l’abbassamento di quella di sbarramento al 3 %, in parte anche la questione del rapporto eletti/elettori con l’introduzione delle preferenze esclusi i capilista”.

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Guerini “Escluse altre modifiche a Italicum”

In un’intervista al Sole 24 Ore il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini esclude altre modifiche alla legge elettorale. A nome della maggioranza del Pd spiega: “L’Italicum è un punto di equilibrio e di convergenza sia all’interno della maggioranza sia con l’opposizione e garantisce la governabilità superando la frammentazione. Il rischio è che spostando sempre l’asticella non si arrivi mai ad una conclusione”.

Guerini “Militanti non vogliono scissione Pd”

L’ipotesi scissione nel Pd? “La scissione non la vogliono i militanti e non la vogliono gli elettori. Se qualcuno ha in mente questo non renderebbe un bel servito al Paese”. Il numero due del Pd riflette poi sul futuro del partito: “il gruppo di lavoro presieduto da me e dal presidente Matteo Orfini si sta muovendo su tre piani: valorizzazione dei circoli, rapporto tra iscritti ed elettori, riforma dello strumento delle primarie”. E sottolinea: “dobbiamo tornare a investire nei circoli, facendone dei luoghi aperti anche al nuovo elettorato raggiunto con le elezioni europee, dei luoghi di partecipazione e di selezione di classe dirigente”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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