Il sondaggio Ipsos del 7 aprile trasmesso da Di Martedì è più breve del solito essendo costituito solamente da tre “cartelli” ma nonostante questo emergono interessanti spunti di riflessione. In sintesi lo studio presentato da Nando Pagnoncelli sottolinea come ci sia un evidente scetticismo sulla spending review, come non sia più presente l’effetto novità per Matteo Renzi sul quale l’opinione pubblica resta fortemente divisa e polarizzata.
Andando nello specifico il 63% degli italiani non crede che il Governo riuscirà a trovare 10 miliardi dalla revisione della spesa pubblica e quindi tra l’opinione pubblica cresce il timore che sarà aumentata ancora di più la pressione fiscale. Tre su dieci, invece, hanno fiducia nell’azione di taglio della spesa. Già durante la passata rilevazione, l’Ipsos aveva testato questo dato: il 67% ( dato del tutto simile a quello odierno) dichiarava di non avere fiducia nei nuovi commissari.
Le ultime due diapositive sono tutte dedicate al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Anche in questo caso l’istituto demoscopico in passato aveva pubblicato dati su cui riflettere: il 24 marzo, nel sondaggio politico Ipsos per Ballarò, veniva sottolineato come per il 46% del campione il Premier fosse solamente un politico particolarmente abile ad annunciare interventi. Andando più indietro ed arrivando al 24 febbraio, invece, si nota come il primo anno di Governo del segretario Pd non sia stato di “rivoluzione” ma sia stato nel solco dei precedenti ( opinione del 46%).
Arriviamo dunque al “cartello odierno”: per il 45% degli italiani Renzi è semplicemente un governate come molti altri. Il 30% degli intervistati, invece, loda l’azione dell’ex sindaco di Firenze ritrovandosi nell’opinione è “la svolta che l’Italia attendeva”, mentre il 22% boccia la sua azione ritenendola dannosa per il Paese.
Infine arriviamo sulla metafora a volta sicuramente abusata dell’ultima spiaggia. Gli italiani ritengono Renzi l’ultima possibilità per la salvezza del Paese? Su questo quesito l’opinione pubblica è spaccata: il 51% nega questo assunto e afferma che un’alternativa si trova sempre. Nel “There is no Aleternative” si ritrovano il 48% degli italiani intervistati.