Occupazione, il problema maschile, infografiche
Infografiche ancora dedicate all’occupazione in Italia e in Europa questa settimana, ma quello che viene esplorato è un problema poco affrontato, ovvero del maggior peggioramento della propria situazione occupazionale per gli uomini, rispetto alle donne, negli ultimi anni di crisi.
Vediamo nella prima mappa quanta occupazione maschile è stata perduta dal 2008 al 2013, persino nei Paesi in cui non vi è stata recessione come la Polonia, alcuni Paesi scandinavi o il Belgio o in cui la ripresa è stata decisa come il Regno Unito. In Spagna e Grecia poi il calo è stato superiore al 14% e al 17%, e al 4% in Italia.
Di fatto come vediamo nella seconda infografica riferita all’Italia la differenza di occupazione tra uomini e donne è costantemente scesa, in particolare quella tra i 50 e i 54 anni, e tra i 40 e i 44. Purtroppo ciò non è stato tanto dovuto a un aumento dell’occupazione femminile, ma a una maggiore perdita di quella maschile da una parte e agli effetti delle riforme delle pensioni che hanno trattenuto al lavoro molte donne prima tra le prime beneficiarie dei pensionamenti anticipati.
A livello europeo l’Italia non è la sola in cui questa differenza è calata, come vediamo nella terza infografica, in Spagna si è passati da più del 30% di differenza di occupazione a favore degli uomini al 10%, ma anche in Germania questo gap si è dimezzato, e in generale in media nella UE.
Meno interessati dal fenomeno Paesi che storicamente hanno sempre avuto un’alta occupazione femminile, come la Danimarca, o la Svezia in cui addirittura la differenza a favore dell’occupazione maschile è aumentata, pur rimanendo entro il 5%.
Naturalmente non si tratta solamente di riforme pensionistiche come in Italia o una maggiore coscienza dell’uguaglianza tra i sessi, ma negli ultimi decenni è stato anche per vari fattori come il miglior rendimento delle donne negli studi universitari, la crescita di professioni più tradizionalmente legate alla cura alla persona, dal medico all’infermiere, la crisi di professioni legate all’industria, che le donne nell’occupazione sono state indirettamente favorite, o meno sfavorite in tempo di crisi.