Dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri e la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il più volte annunciato ddl sulla concorrenza prende finalmente forma. Molteplici gli interventi contenuti nel disegno di legge a partire, come riporta l’Ansa, da interessanti novità riguardanti le professioni notarili e avvocatizie e le assicurazioni da responsabilità civile.
Notai e avvocati
In particolare, per i notai il disegno di legge elimina il divieto di pubblicità, allarga il bacino di competenza (dal distretto di Corte d’appello a tutto il territorio regionale) ed elimina il reddito minimo di 50 mila euro. Vengono ridotti gli atti per i quali è richiesta l’autentica notarile e si individuano i casi nei quali questa può essere concessa anche da altri soggetti, come avvocati e commercialisti. “In questo modo sarà consentito anche ad altri professionisti di redigere atti per transazioni immobiliari di modesta entità e relative ad unità immobiliari non ad uso abitativo”, ha spiegato il Governo.
E infatti, nel momento in cui il ddl verrà approvato, le vendite e donazioni di immobili ad uso non abitativo di valore “non superiore a 100.000” euro potranno essere redatti anche dagli avvocati. I quali avranno, come i notai, l’obbligo alla “registrazione”, “trascrizione”, “iscrizione”, “voltura catastale” e liquidazione delle imposte.
RC auto
Interessanti anche gli interventi previsti in materia di Rc auto. Le assicurazioni saranno infatti obbligate a praticare notevoli sconti nel caso in cui il cliente assicurato accetti clausole finalizzate al contenimento dei costi o al contrasto delle frodi, come l’installazione della scatola nera e di rilevatori del tasso alcolemico, ispezioni preventive dei veicoli e il risarcimento presso officine convenzionate.
Poste non più in monopolio
Anche Poste italiane dovranno concedere qualcosina. Il disegno di legge prevede infatti la liberalizzazione dei servizi di notifica degli atti giudiziari, che non saranno dunque più affidati in esclusiva alle Poste Italiane. L’apertura non inciderà comunque più di tanto sul bilancio del colosso semi-pubblico: si parla di poco più dell’1%. Il calcolo deriva dai numeri relativi al 2014, quando per le notifiche i ricavi sono stati di 233 milioni, su un totale di 22,822 miliardi.