(In collaborazione con Mediterranean Affairs)
Nucleare Iran: è stato siglato a Losanna l’accordo sul nucleare iraniano, che dovrebbe diventare definitivo entro il prossimo giugno e consentirà all’Iran di produrre energia a scopo civile, di smantellare una parte dei siti di ricerca e sviluppo (considerati più sensibili per la creazione di un solido impianto nucleare), di bloccare l’arricchimento di uranio superiore al 5%, di non installare nuove centrifughe né costruire altri impianti di arricchimento, di consentire l’accesso giornaliero agli ispettori dell’AIEA nei siti di Natanz e Fordow.
In quest’ultimo caso, sarà possibile monitorarne il lavoro conferendo, altresì, notizie riguardanti il reattore di Arak in merito al quale, come da accordo, è stata vietata la produzione di combustibile. Inoltre, tra le condizioni che i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e la Germania rispetteranno figura l’interruzione delle sanzioni sul nucleare per i prossimi 6 mesi cui l’Iran è stato soggetto finora.
Nucleare Iran: la reazione delle monarchie sunnite
La notizia dell’accordo, che restituisce all’Iran il ruolo di attore e/o partner all’interno del quadro mediorientale, ha generato diverse reazioni sul piano internazionale. Le monarchie sunnite, infatti, pur non rigettando l’accordo di Losanna hanno chiesto maggiori garanzie evidenziando atteggiamenti che negli ultimi anni hanno caratterizzato l’Iran.
Tra questi vi è l’alleanza con Bashar al-Assad, l’addestramento di militanti di Hamas sulla Striscia di Gaza, il mercato nero con l’Occidente e tutte quelle manovre politiche che fino a questo momento hanno inciso negativamente sull’immagine dell’Iran a livello globale. Più dura la reazione di Israele che ha lamentato l’incapacità delle potenze del gruppo “5+1” di difendere lo Stato dalla forza iraniana la quale potrebbe rappresentare un pericolo per la sicurezza israeliana.
Nucleare Iran: la reazione di Israele
Negli ultimi giorni, sono state numerose le polemiche sollevate dal premier israeliano Benjamin Netanyahu nei confronti degli Stati Uniti affinché sia rivisto l’accordo che lo scorso 3 aprile scorso ha sancito, così come dichiarato dallo stesso Netanyahu, “il via libera alla bomba nucleare”. Egli ha affermato che “l’accordo non ferma un singolo impianto nucleare in Iran, non distrugge una sola centrifuga e non fermerà lo sviluppo e la ricerca sulle centrifughe avanzate”.
Inoltre, l’impianto nucleare che l’Iran potrà sviluppare nei prossimi anni consentirà al Paese, secondo il premier Israeliano, di rafforzare il proprio ruolo politico-militare mediante la creazione della bomba nucleare. Lo stesso ha, altresì, chiesto che “ogni accordo finale con l’Iran includa un chiaro e non ambiguo riconoscimento del diritto di Israele a esistere”.
Nucleare Iran: il nuovo equilibrio mediorientale
Alle critiche mosse da Netanyahu verso l’accordo di Losanna, che manifestano il proprio timore sulle possibili conseguenze, ha risposto il presidente iraniano Hassan Rouhani dichiarando che l’Iran non invaderà alcuno Stato e che il Paese ha accettato la ratifica di un protocollo addizionale di non proliferazione, che consentirà alle Nazioni Unite di ispezionare senza preavviso gli impianti nei quali si teme l’attuazione di attività nucleari.
Sebbene non ancora definitivo, il nuovo accordo consente all’Iran di riacquisire un ruolo importante nei nuovi equilibri internazionali, consentendo la ripresa economica iraniana e nuove possibili alleanze politiche, tra cui la possibile redistribuzione della leadership all’interno dell’area del Golfo, compromettendo il ruolo che l’Arabia Saudita mantiene da sempre al suo interno.
Le nuove alleanze potrebbero, però, avere anche degli effetti risolutivi nei conflitti tra sunniti e sciiti e, soprattutto, ridisegnare il rapporto diplomatico tra Iran e Stati Uniti. E anche il ruolo internazionale di Israele potrebbe dipendere da questi possibili scenari.
Lucia Vasta
(Mediterranean Affairs – Editorial Board)