La Corte Suprema indiana ha deciso: Massimiliano Latorre può rimanere in Italia fino al 15 Luglio.
La decisione è giunta dopo un dibattito durato una ventina di minuti, durante il quale è stato riesaminato brevemente l’iter giudiziario in cui è coinvolto anche Salvatore Girone. Latorre, che è stato sottoposto a intervento chirurgico nel 2005, si trova attualmente in Puglia, l’autorizzazione a rimanere in Italia sarebbe scaduta domenica e in mancanza di proroga sarebbe dovuto rientrare in India.
Marò, compagna Latorre: “E’ un sollievo”
La sentenza è stata accolta con favore da Paola Moschetti, compagna di Latorre:”sicuramente questa proroga consente a Massimiliano di proseguire le cure in un ambiente più salubre quale può essere quello domestico. Questo almeno dal punto di vista fisico. Da quello psicologico sicuramente è un sollievo temporaneo” – ed ha aggiunto: “in ogni caso, si attende la risoluzione e il rientro di Salvatore per poter tirare un vero respiro di sollievo”. La stessa Moschetti ha rivelato che Latorre non è ancora stato informato della proroga “perché è in ospedale” ed ha spiegato che “in questi giorni non è stato tanto bene e ha avuto mal di testa”.
Il 14 gennaio la Corte Suprema di New Delhi aveva già concesso al fuciliere una proroga di tre mesi alla permanenza in Italia, per motivi umanitari. Salvatore Girone invece, continua a risiedere presso l’ambasciata italiana in India.
Marò, Corte suprema indiana auspica tempi brevi per inizio processo
La Corte Suprema indiana ha anche auspicato l’inizio del processo in tempi brevi. I due marò sono infatti accusati di aver ucciso, il 15 febbraio del 2012, due pescatori indiani scambiati per pirati mentre erano a bordo della petroliera ‘Enrica Lexie’, a largo delle coste del Kerala. I giudici hanno fissato un’udienza a fine mese per decidere se dovrà essere l’antiterrorismo, la National Investigation Agency a occuparsi del caso. La Corte Suprema ha anche esortato le autorità indiane e la difesa dei due Marò a non ricorrere più a tattiche dilatorie per posticipare l’inizio del procedimento giudiziario.